Nel corso dell’anno il co-fondatore di DataTrek Research Nicholas Colas ha seguito i movimenti dell’S&P 500, confrontandolo con le fasi di sell-off del 2008 e con la ripresa del mercato dopo la crisi finanziaria nel 2009.
Gran parte del rimbalzo del 2020 dopo i minimi di marzo è in linea con la ripresa del mercato osservata nel 2009, ma secondo Colas l’S&P 500 sembra essersi spinto ancora oltre giovedì scorso.
Infatti alla chiusura di mercoledì, nel giorno 75 del rally, l’indice risultava in aumento del 41,5% rispetto ai minimi di marzo. In questo stesso periodo nel 2009, l’S&P 500 era in rialzo del 32,3% rispetto ai suoi minimi.
Colas ha affermato che nel 2020 l’indice ha provato già due volte a superare il ritmo di recupero del 2009, rispettivamente a fine marzo e all’inizio di giugno, ma è poi rapidamente regredito in entrambe le occasioni.
Fasi di recupero
Colas ha affermato che i recuperi del 2009 e del 2020 sono molto simili per via di alcuni fondamenti filosofici legati al comportamento degli investitori a seguito delle crisi finanziarie. Queste basi danno origine a due fasi di mercato.
La prima dura circa 60 giorni e coincide con la fase in cui gli investitori comprendono che gli stimoli fiscali e monetari da parte del governo sono sufficienti per scongiurare la crisi stessa. La seconda fase dura circa 30 giorni e coincide col periodo in cui gli investitori attendono prove e indicazioni fondamentali a conferma del fatto che si sia stato raggiunto il minimo per quanto riguarda gli utili societari.
Una differenza fondamentale tra la ripresa del 2009 e quella del 2020 riguarda la leadership di mercato. Se nel 2009 sono stati i titoli bancari a guidare la ripresa, nel 2020 questo ruolo è ricoperto dai titoli tecnologici. Colas ha poi affermato che gli utili del secondo trimestre dei titoli tech potrebbero svolgere un ruolo importante nel determinare se il recente recupero si sia spinto troppo in avanti o troppo in fretta.
“Proprio come nessuno credeva che le banche avessero toccato i minimi nel marzo 2009, c’è ora/ancora una reale riluttanza ad accettare l’idea che non solo le Big Tech siano sopravvissute alla crisi del COVID, ma che 1) siano prosperate e 2) siano posizionate in maniera migliore per la crescita post-COVID”, ha scritto Colas.
Il punto di vista di Benzinga
Mentre gli analisti si aspettano numeri sugli utili del secondo trimestre in gran parte disastrosi, sembra che l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) stia già scontando le alte aspettative sulle guidance nella seconda metà del 2020 e nel 2021.
Se il recente picco dei casi di coronavirus in alcune regioni degli Stati Uniti pesa su tali aspettative o ritarda una potenziale ripresa, è probabile che l’S&P 500 torni nuovamente in linea con quanto visto nel 2009.