L’inflazione sarà al centro dell’attenzione questa settimana con un rapporto economico molto atteso in vista dell’imminente riunione della politica della Federal Reserve in programma per il 23 settembre.
Il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di agosto del Bureau of Labor Statistics sarà pubblicato mercoledì.
Il consenso prevalente degli economisti dipinge un quadro piuttosto intricato che richiede una maggiore attenzione.
Rapporto CPI di agosto: cosa si aspettano gli economisti?
- L’indice CPI principale è pronto a fare un balzo sostanziale, ci si aspetta che salga dal 3,2% anno su anno di luglio al 3,6% di agosto. Ciò significherebbe il secondo aumento consecutivo del tasso di inflazione annuale.
- Su base mensile, si prevede che il CPI aumenterà del 0,6%, un notevole aumento rispetto all’aumento modesto del 0,2% osservato a luglio. Se queste aspettative si avverassero, segnerebbero l’avanzamento mensile più robusto nel CPI dal giugno 2022.
- In contrasto con l’indice principale, il CPI core, che esclude i componenti energetici e alimentari, si prevede che diminuirà dal 4,7% anno su anno di luglio al 4,3% di agosto. Ciò spingerebbe l’inflazione core annuale ai suoi livelli più bassi in due anni.
- Su base mensile, ci si aspetta che il CPI core mantenga lo stesso aumento del 0,2% osservato a luglio.
Cosa sta guidando i numeri dell’inflazione?
Il colpevole dietro questo dramma dell’inflazione sono i prezzi dell’energia, con la Bank of America che attribuisce un aumento del 5,9% dei costi dell’energia come il principale fattore trainante dell’aumento del titolo.
Secondo gli autori del rapporto BofA, Stephen Juneau e Michael Gapen, le prove a sostegno di ciò possono essere dedotte dai dati forniti da AAA che rivelano un aumento del 6,6% dei prezzi al dettaglio della benzina in agosto.
Questo picco dei prezzi della benzina riflette l’aumento dei costi del petrolio greggio, principalmente causato dalla dinamica dell’offerta.
Oltre all’energia, la Bank of America segnala un aumento dello 0,2% dei prezzi alimentari per il secondo mese consecutivo.
Gli investitori scommettono pesantemente sull’assenza di un aumento a settembre
Il sentimento di mercato converge nell’aspettarsi che la Federal Reserve si asterrà dall’aumentare i tassi di interesse a settembre.
Le probabilità implicite dal mercato, valutate attraverso i prezzi dei futures della Fed, suggeriscono una probabilità del 93% che il tasso dei fondi federali rimanga stabile nell’intervallo del 5,25-5,5%, secondo CME Group.
Per la riunione del FOMC di novembre, il mercato si inclina ancora leggermente verso lo scenario di tassi d’interesse stabili, con una probabilità del 53% di una conferma rispetto al 47% di un possibile aumento dei tassi.
Un CPI superiore alle aspettative potrebbe portare a turbolenze sul mercato poiché i trader rivaluteranno le loro aspettative per il futuro dei tassi d’interesse.
D’altra parte, se l’indice CPI principale non soddisfa le aspettative mentre quello core si comporta come previsto o addirittura meglio, potrebbe fornire un sospiro di sollievo agli investitori, potenzialmente aumentando la propensione al rischio sulle azioni. In tal caso, ETF popolari che seguono importanti indici di mercato statunitensi, come lo SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY), l’Invesco QQQ Trust (NASDAQ:QQQ) e lo SPDR Dow Jones Industrial Average ETF (NYSE:DIA), sembrano destinati a reagire positivamente.
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