La distruzione fisica creata dal cambiamento climatico creerà cambiamenti significativi e potenzialmente drastici nelle azioni di istituti di credito, investitori ipotecari, programmi e politiche federali, periti, compagnie assicurative, costruttori e acquirenti di case, secondo il nuovo report ‘The Impact of Climate Change on Housing and Housing Finance’, pubblicato dal Research Institute for Housing America della Mortgage Bankers Association.
Identificare i rischi
Il report segue le raccomandazioni della Task Force sulle Informative finanziarie legate al clima del Financial Stability Board nel suddividere i rischi legati al clima in rischi fisici (eventi meteorologici avversi e disastri naturali) e rischi di transizione (rischi politici e legali, tecnologici, di mercato e di reputazione); il report ha sottolineato che è difficile prevedere la gravità dei rischi perché non esiste una linea d’azione per affrontare il problema.
“Prevedere i cambiamenti climatici futuri e il loro impatto resta una sfida principalmente perché il risultato dipende in modo cruciale dalle azioni decise da governi, settori e famiglie”, ha dichiarato Sean Becketti, autore del report ed ex capo economista di Freddie Mac (OTC:FMCC); “data l’incertezza su questo tipo di azioni, il percorso futuro del cambiamento climatico potrebbe continuare a peggiorare molto”.
Il report avverte che una delle sfide più importanti poste dal cambiamento climatico è quella del già tribolato National Flood Insurance Program (NFIP).
“In questo secolo l’aumento dei sinistri assicurativi generati dai cambiamenti climatici potrebbe portare l’NFIP al punto di rottura, lasciando acquirenti di case, prestatori, GSE [imprese sponsorizzate dal governo] e governi ad affrontare una serie di domande difficili”, osserva il report; “inoltre, stime indipendenti del rischio di inondazioni indicano che attualmente l’NFIP esclude 2/3 delle proprietà a rischio, suggerendo che l’attuale approccio del governo al ripristino in caso di disastro potrebbe diventare troppo costoso da sostenere in futuro”.
Inoltre, osserva il report, nessun mercato immobiliare sarà risparmiato dall’ira del cambiamento climatico: si prevede infatti che le aree urbane dovranno affrontare maggiori rischi da condizioni meteorologiche estreme, inondazioni, inquinamento atmosferico, scarsità d’acqua, innalzamento del livello dei mari e mareggiate, mentre le aree rurali devono affrontare la minaccia di drastici cambiamenti nella disponibilità di acqua, sicurezza alimentare e reddito agricolo.
Il report prosegue affermando che, per prestatori di mutui, gestori e investitori, il cambiamento climatico “può aumentare i rischi di insolvenza e di pagamento anticipato dei mutui, innescare una selezione avversa nei tipi di prestiti che vengono venduti ai GSE, aumentare la volatilità dei prezzi delle case e persino produrre una significativa migrazione climatica”.
Identificare le risposte
Al fine di contenere le sfide che porteranno i cambiamenti climatici, il report ha offerto alcune strategie da rivedere, fra cui “l’incorporazione di modifiche edilizie nelle nuove costruzioni (più facile) e negli edifici esistenti (più difficile e più costoso) e l’incremento della resilienza da parte delle comunità attraverso miglioramenti e standard infrastrutturali”.
Il report ha riconosciuto che tali strategie “sono costose e richiedono un alto grado di adozione e di cooperazione che attualmente non esiste”, ma ha previsto che i regolatori federali e gli investitori eserciteranno pressioni per garantire che tale aspetto non venga ignorato.
“Prendendo in considerazione come esempio la stima sull’impatto derivante dall’aumento delle inondazioni sul rischio di insolvenza dei mutui, è evidente che saranno necessari fattori predittivi migliori e più standardizzati dei rischi ambientali”, conclude il report.
Foto: David Mark da Pixabay