I microchip occidentali, fondamentali per la guerra moderna, continuano ad alimentare l’arsenale militare russo nonostante le sanzioni, riporta la CNBC.
I dati commerciali rivelano che nel 2022 la Russia ha importato tecnologie per semiconduttori per un valore di 2,5 miliardi di dollari, in aumento rispetto agli 1,8 miliardi del 2021. Queste importazioni provengono principalmente da Paesi intermediari come la Cina.
“La Russia è ancora in grado di importare tutti i componenti critici necessari per le sue forze armate, prodotti dall’Occidente. L’evasione e l’elusione delle sanzioni è sorprendentemente sfacciata al momento”, afferma Elina Ribakova, senior fellow del Peterson Institute for International Economics.
Nonostante le sanzioni, molti di questi prodotti a doppio uso, con applicazioni sia civili che militari, continuano a raggiungere la Russia. Uno studio dell’Istituto KSE ha rilevato la presenza di oltre 1.000 componenti stranieri, soprattutto tecnologie occidentali per i semiconduttori, nelle attrezzature militari russe più importanti.
La maggior parte di questi componenti proviene da Paesi occidentali con divieti commerciali nei confronti di Mosca, in particolare delle sue forze armate. Tuttavia, le complesse rotte commerciali, gli articoli con usi multipli (sia civili che militari) e le filiere produttive globali rendono difficile il controllo di queste transazioni.
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