L’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE), noto come misura preferita della Fed per l’inflazione, è rallentato dal 3,4% di settembre a un tasso annuo del 3% in ottobre, ha dichiarato giovedì il Bureau of Economic Analysis.
Questo calo è in linea con le previsioni degli economisti e segna un ritorno ai livelli di giugno 2023, che erano i più bassi da marzo 2021.
Questa forte moderazione dell’inflazione rafforza ulteriormente la prospettiva di tagli multipli dei tassi nel prossimo anno, con gli investitori che vedono la possibilità di un primo taglio già a maggio 2024 e poi altri quattro tagli entro dicembre 2024, secondo lo strumento FedWatch di CME Group.
Report sull’inflazione PCE di ottobre: i punti salienti
- Il tasso di inflazione PCE è sceso dal 3,4% su base annua di settembre al 3% di ottobre, in linea con le aspettative degli economisti. Un tasso PCE annuo del 3% era stato visto in precedenza nel giugno 2023, il più basso dal marzo 2021.
- La progressione mese su mese dell’indice dei prezzi PCE è stata piatta, con un significativo rallentamento rispetto al balzo dello 0,4% osservato a settembre e al di sotto dello 0,1% previsto.
- Se si escludono i settori alimentari ed energetici, spesso volatili, anche il tasso di inflazione PCE core ha registrato un calo, passando dal 3,7% al 3,5%, come previsto.
- Su scala mensile, l’indice dei prezzi PCE core ha registrato un aumento dello 0,2%, in calo rispetto allo 0,3% del mese precedente, allineandosi alle previsioni.
Reddito personale, spesa in calo
Parallelamente ai dati sull’inflazione, il rapporto del BEA evidenzia anche un rallentamento più marcato dei redditi e delle spese personali.
A ottobre il reddito personale è cresciuto solo dello 0,2%, in calo rispetto all’aumento dello 0,4% rivisto al rialzo di settembre.
Allo stesso modo, la spesa personale è aumentata solo dello 0,2% su base mensile, con un significativo rallentamento rispetto all’aumento dello 0,7% di settembre e toccando il punto più basso da marzo 2023.
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