I lavoratori italiani di almeno due basi militari statunitensi sono stati colti di sorpresa quando hanno ricevuto un’e-mail in cui si chiedeva loro di elencare cinque risultati chiave della settimana precedente. Il messaggio, legato al Dipartimento per l’Efficienza Governativa di Elon Musk, ha scatenato l’indignazione dei rappresentanti sindacali, secondo i quali lo stile di gestione del miliardario si scontra con le tutele del lavoro in Italia.
Il New York Times ha riferito che l’e-mail, che aveva già suscitato polemiche tra i dipendenti federali negli Stati Uniti, è stata inoltrata ai lavoratori civili italiani della base aerea di Aviano, sede del 31° stormo da combattimento dell’aeronautica militare statunitense e di almeno un’altra base in Italia, nella città di Vicenza. La loro risposta è stata di confusione, frustrazione e un po’ di umorismo.
“Qui siamo in Italia”
In Italia, i diritti del lavoro sono profondamente radicati, con sindacati forti e protezioni rigorose contro i tagli arbitrari dei posti di lavoro. Roberto Del Savio, rappresentante sindacale ad Aviano, ha detto che le direttive di Musk non sarebbero state accolte nello stesso modo in cui sarebbero state accolte negli Stati Uniti.
“Qui siamo in Italia”, ha detto al Times. “Qui ci sono regole precise, e grazie a Dio.”
Alcuni dipendenti hanno risposto alla mail scherzando. Secondo quanto riferito uno avrebbe scritto: “Stavo tagliando le pizze”, mentre un altro avrebbe detto qualcos’altro. Altri lavoratori, invece, sono stati semplicemente perplessi da questa richiesta, chiedendosi se Musk ritenga di avere l’autorità per imporre le proprie politiche al di fuori degli Stati Uniti.
La reazione dei sindacati e una crescente preoccupazione
L’Italia ospita la base aerea di Aviano, che impiega più di 4.000 civili locali in ruoli che vanno da cuochi e camerieri a ingegneri e meccanici. Questi lavoratori sono sindacalizzati e protetti dalle leggi italiane sul lavoro, che sono molto più severe di quelle statunitensi.
Pierpaolo Bombardieri, capo del sindacato italiano della Uil, ha reagito prontamente all’e-mail, definendola “inaccettabile” e il metodo “aberrante”.
“Il nostro è un sistema costruito sulla democrazia, sulle tutele e sulle protezioni previste dai contratti che devono essere rispettate”, ha dichiarato Bombardieri al Times.
Il giornale ha anche fatto notare che i sindacati italiani hanno scritto sia al governo italiano che all’ambasciata statunitense chiedendo spiegazioni. Alcuni stanno prendendo in considerazione proteste o scioperi se non verranno fornite risposte più chiare.
La replica di Musk
Mentre i dipendenti italiani si grattavano la testa, Musk non ha mostrato segni di cedimento. Dopo aver affrontato la resistenza di alcune agenzie federali negli Stati Uniti, ha respinto le preoccupazioni sulla richiesta di e-mail, definendola “assolutamente banale”.
The email request was utterly trivial, as the standard for passing the test was to type some words and press send!
Yet so many failed even that inane test, urged on in some cases by their managers.
Have you ever witnessed such INCOMPETENCE and CONTEMPT for how YOUR TAXES are… https://t.co/QjSmY4ezpg
— Elon Musk (@elonmusk) February 24, 2025
“Lo standard per superare il test era digitare alcune parole e premere invio”, ha postato Musk su X. “Eppure molti non hanno superato nemmeno questo test insensato, in alcuni casi sollecitati dai loro manager”.
E si è spinto oltre, avvertendo che il mancato rispetto del test una seconda volta avrebbe potuto comportare il licenziamento, anche se in Italia le tutele sindacali rendono tali minacce in gran parte inapplicabili.
Timori di tagli ai posti di lavoro e di un blocco delle assunzioni
L’e-mail non è l’unica preoccupazione dei lavoratori italiani. I sindacati sono allarmati anche dalle recenti misure di riduzione dei costi alla base, tra cui il blocco delle assunzioni e il congelamento delle carte di credito utilizzate per l’acquisto di attrezzature.
Ad Aviano, a settembre erano stati inizialmente annunciati 44 licenziamenti, poi ridotti a 30 dopo le trattative. Ora i sindacati temono che la spinta all’efficienza di Musk, unita al più ampio ridimensionamento del governo di Trump, possa significare altri licenziamenti nel prossimo futuro.
“I lavoratori sono preoccupati”, ha riferito Del Savio a Reuters. “Finora non ho visto alcun documento scritto che indichi un disimpegno degli Stati Uniti dal sito, ma ci sono elementi che ci fanno riflettere”.
Per ora, sembra che i dipendenti italiani siano tenuti a rispondere alle e-mail solo se inviate direttamente dal governo americano, non se inoltrate dai superiori. Ma resta l’incertezza se in futuro le direttive arriveranno direttamente da Washington.
Lo stallo sottolinea il netto contrasto tra l’approccio di Musk alla gestione – dove la sicurezza del posto di lavoro è legata a una produttività incessante – e le protezioni del lavoro profondamente radicate in Italia.
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