Lo sentite dire in continuazione: il denaro fermo non rende, non cresce e, secondo Warren Buffett, perde valore nel tempo. Come ha detto il leggendario investitore, “il contante è sempre un cattivo investimento” a causa dell’inflazione, che lo erode silenziosamente. Ma per il miliardario imprenditore Mark Cuban, il contante ha un vantaggio unico: ti dà opzioni.
Nel 2010, Forbes chiese a Cuban: “Che consiglio finanziario daresti a chi è diventato ricco da poco?”. Nessuna lezione lunga, nessuna strategia complicata. Solo tre parole: “Il contante è re”.
Sembra quasi un controsenso. Se sei appena diventato ricco, non hai già del contante? Non dovresti investirlo, farlo crescere, diversificarlo? Ma il consiglio di Cuban non era di accumulare denaro senza scopo. Era di non affrettarsi a spenderlo o investirlo.
In un post del 2011 sul suo blog “Blog Maverick”, Cuban ha condiviso la sua ricetta per diventare ricchi. All’epoca era già miliardario, ma ha ricordato i suoi inizi difficili: viveva con cinque coinquilini, dormiva sul pavimento, mangiava panini con solo senape e ketchup. Non lo raccontava con nostalgia, ma per sottolineare un punto: quella disciplina ferrea è stata la base del suo successo.
Il suo consiglio? Risparmiare in modo aggressivo. Spendere il meno possibile. Lasciar perdere le carte di credito. E non buttarsi negli investimenti solo perché “tutti lo fanno”.
“Invece di un caffè, bevi acqua”, scriveva. “Invece di andare al McDonald’s, mangia pasta al formaggio”. E soprattutto: “Se usi una carta di credito, non vuoi davvero essere ricco”.
Non stava dicendo di accumulare denaro per il gusto di farlo. Spiegava che avere contante a disposizione – liquido, accessibile, pronto all’uso – significa essere pronti. Pronti per un’occasione. Pronti per un crollo del mercato. Pronti a muoverti quando gli altri sono bloccati.
Questa filosofia non è cambiata. In un’intervista di gennaio al programma Halftime Report della CNBC, Cuban ha rivelato di tenere ancora una parte del suo patrimonio in contante. Non perché non sappia cosa fare, ma perché, in quel momento, non vedeva opportunità allettanti.
“Ho scelto il contante per via delle preoccupazioni sui dazi e sull’incertezza,” ha detto a Scott Wapner di CNBC. “Fino a che punto può salire questo mercato?”
Anche dopo un sell-off, Cuban è rimasto in attesa. Ha spiegato che non vedeva aziende emergenti o opportunità di mercato che lo spingessero a investire. Il contante restava fermo, in attesa.
Non si tratta di paura, ma di preparazione. Tenere del contante dà velocità. Dà potere di negoziare. Non bisogna vendere in fretta altri asset per approfittare di un crollo. Non bisogna comprare al ribasso se non avete i fondi pronti.
Questo non significa che il contante sia sempre la scelta migliore, sempre. Non si tratta di evitare i rischi – Cuban ne ha corsi tanti. Si tratta di tempismo e flessibilità. Alcuni tengono il contante per le emergenze. Altri per tranquillità. Cuban lo tiene per cogliere opportunità.
Perché quando tutti gli altri sono troppo esposti o completamente investiti, chi ha contante può scegliere. E nel mondo di Cuban, questo è ciò che rende il contante il vero re.
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