I procuratori francesi hanno messo Pavel Durov, CEO di Telegram, sotto inchiesta formale in base a una nuova e severa legge sulla criminalità informatica.
Cosa è successo
La legge LOPMI, promulgata nel gennaio 2023, criminalizza i dirigenti del settore tecnologico le cui piattaforme facilitano attività illegali. Questo è il primo uso significativo della legge, che non ha ancora ottenuto una condanna. Durov è accusato di “complicità nell’amministrazione di una piattaforma online per consentire una transazione illecita, in una banda organizzata”, con una potenziale condanna a 10 anni e una multa di 500.000 euro, come ha riferito martedì la Reuters.
Essere sotto inchiesta formale non implica la colpevolezza, ma indica prove sufficienti per un’indagine. Durov, che è fuori su cauzione, nega le accuse, affermando che Telegram rispetta le leggi dell’UE. Telegram ha definito le accuse “assurde”.
Il procuratore di Parigi Laure Beccuau ha elogiato la legge del 2023 in una recente intervista radiofonica, sottolineandone l’efficacia contro la criminalità organizzata che opera online. Secondo gli esperti, la legge è unica nel suo genere e non esiste un equivalente internazionale.
Il caso contro Durov è significativo perché mette alla prova i confini della nuova legge LOPMI, che mira a ritenere i dirigenti del settore tecnologico responsabili delle attività illegali condotte sulle loro piattaforme. L’efficacia della legge e le sue implicazioni internazionali sono tenute sotto stretta osservazione dagli esperti legali e dalle aziende tecnologiche di tutto il mondo.
Perché è importante
L’indagine su Durov segue una serie di sfide legali per il CEO di Telegram. Il 26 agosto, il pubblico ministero di Parigi Laure Beccuau ha rilasciato una dichiarazione dettagliata che delinea 12 gravi accuse contro Durov, tra cui la complicità nel facilitare le transazioni illegali online, la fornitura non autorizzata di servizi di crittografia e il coinvolgimento nella distribuzione di materiale pedopornografico, nei reati legati alla droga, nella frode organizzata e nel riciclaggio di denaro.
In risposta a queste crescenti pressioni legali, Telegram ha aggiornato la sua politica sulla moderazione delle chat private. Il 6 settembre l’azienda ha ritirato una dichiarazione dalla sua pagina delle FAQ che in precedenza assicurava agli utenti l’immunità dalle richieste di moderazione nelle chat private. Questa mossa è arrivata dopo la prima dichiarazione pubblica di Durov dopo l’arresto, in cui si impegnava a migliorare la moderazione dei contenuti sulla piattaforma.
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