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    La storia di chi ha perso 345 miliardi di dollari per evitare lo stress

    Scopri come Ronald Wayne, co-fondatore di Apple, vendette la sua quota per soli 800 dollari per vivere senza stress.
    Benzinga NeuroBy Benzinga Neuro31/08/2024 Altri Mercati 3 min. di lettura
    La storia di chi ha perso 345 miliardi di dollari per evitare lo stress
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    Nell’immaginario collettivo della Silicon Valley, Apple Inc. viene spesso ricordata per il dinamico duo Steve Jobs e Steve Wozniak. Ma c’è un personaggio meno conosciuto in questa storia, un uomo che ha avuto un ruolo cruciale nei primi giorni di Apple, ma che è scivolato in secondo piano nelle cronache: Ronald Wayne.

    Wayne è stato il terzo co-fondatore di Apple, un uomo il cui breve periodo di permanenza nell’azienda è diventato una storia leggendaria di ciò che avrebbe potuto essere. È famoso per aver venduto la sua quota del 10% della società per soli 800 dollari: una decisione che, col senno di poi, sembra quasi inimmaginabile. Oggi, grazie all’attuale valore di mercato di Apple di circa 3,45 trilioni di dollari, la quota di Wayne varrebbe circa 345 miliardi di dollari.

    Ronald Wayne, nato nel 1934, era già un ingegnere e un imprenditore esperto quando nel 1976 unì le forze con i ben più giovani Jobs e Wozniak. A 41 anni, Wayne portò maturità e stabilità al team, altrimenti pieno di energia e ambizione giovanile. Il suo compito era quello di fornire una “supervisione adulta” alla startup, di gestire l’ingegneria meccanica e di occuparsi delle pratiche burocratiche necessarie. Wayne fu determinante nella stesura dell’accordo di partnership originale e disegnò anche il primo logo di Apple. Nonostante il suo contributo significativo, il periodo di lavoro di Wayne in Apple fu incredibilmente breve: solo 12 giorni.

    Ma perché se ne andò? Wayne era preoccupato per i rischi finanziari che avrebbe corso. Jobs aveva chiesto un prestito di 15.000 dollari per evadere un ordine per The Byte Shop, un rivenditore con una reputazione poco solida. Essendo l’unico ad avere un patrimonio personale consistente (compresa una casa), Wayne temeva che il debito sarebbe ricaduto su di lui in caso di fallimento dell’attività. Jobs e Wozniak, non avendo beni reali, avevano poco da perdere, ma Wayne non era nella stessa posizione. La paura della bancarotta lo portò a vendere le sue azioni a Jobs e Wozniak per i fatidici 800 dollari.

    Guardando indietro, è facile vedere la decisione di Wayne come un errore monumentale, soprattutto alla luce dell’incredibile successo di Apple. Ma Wayne stesso non ha rimpianti. Ha spesso affermato che se fosse rimasto in Apple, lo stress lo avrebbe probabilmente ucciso, rendendolo “l’uomo più ricco del cimitero”.

    La storia di Ronald Wayne ci ricorda la natura imprevedibile dell’imprenditoria. Sebbene abbia perso l’occasione di diventare uno degli uomini più ricchi del mondo, è in pace con la sua decisione, dando più valore al suo benessere che alla ricchezza. Oggi il suo contributo è sempre più riconosciuto e molti riconoscono il suo ruolo nella nascita di Apple.

    La sua eredità, in definitiva, non è definita dalla ricchezza a cui ha rinunciato, ma dal fatto che era lì, proprio all’inizio, a gettare le basi per una delle aziende più influenti della storia.


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