Il dollaro americano ha concluso una serie di otto settimane di vittorie, mostrando i muscoli per raggiungere livelli non visti dal febbraio 2023. Sebbene l’aumento possa suggerire imminenti aumenti dei tassi, le ultime segnalazioni della Federal Reserve e i dati economici in realtà raccontano una storia diversa.
L’indice del dollaro decolla
L’indice del dollaro americano, seguito da vicino dal Fondo Invesco DB US Dollar Index Bullish ETF (NYSE:UUP), ha flirtato con il livello di 105 martedì, segnando un traguardo che non si vedeva da cinque mesi.
Nonostante l’ascesa del dollaro, i futures sui tassi della Fed cantano una canzone diversa, scontando una probabilità del 95% che la Fed mantenga i tassi invariati al prossimo incontro del FOMC. Le probabilità di novembre? Continuano a indicare che i trader scommettono sulla stabilità dei tassi con una probabilità del 60%, secondo il CME Group.
Interventi della Fed: gli insights di martedì
Due importanti relatori della Fed sono entrati in primo piano martedì, gettando luce sul loro punto di vista riguardo ai tassi di interesse.
Il governatore della Fed Christopher Waller, membro votante del FOMC, ha suggerito che la Fed può permettersi di “procedere con cautela” alla luce dei recenti dati economici positivi. Il suo sentimento ha fatto eco alle parole del presidente della Fed Jerome Powell al Simposio di Jackson Hole ad agosto. Il tono cauto ma ottimista di Waller suggerisce infatti che la Fed potrebbe adottare un approccio attendista e vedere, specialmente con due rapporti sull’inflazione consecutivi favorevoli.
Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland e membro non votante nel 2023, ha sottolineato che c’è ancora molto lavoro da fare, in particolare per affrontare l’inflazione dei servizi persistente. Mester, che è nota per la sua posizione da falco, ha indicato la forza della domanda inaspettata che potrebbe rendere necessaria una politica più restrittiva. Ha anche notato l’incremento recente dei prezzi del petrolio, che potrebbe alimentare nuovamente l’inflazione.
Perché il dollaro è in fiamme?
La crescita del dollaro dipende da fattori sia fondamentali che tecnici.
Anche se le aspettative di riduzione dei tassi di interesse sembra che possano minarlo, è cruciale considerare le prestazioni rispetto ad altre valute.
L’euro e la sterlina, ad esempio, hanno affrontato venti contrari a causa dei rischi di recessione che incombono sull’Europa. Nel frattempo, l’economia degli Stati Uniti ha mantenuto un equilibrio simile a quello della fiaba di Raperonzolo, né troppo caldo né troppo freddo, minimizzando lo spettro della recessione.
Tecnicamente, il grafico del dollaro ha fornito anche segnali rialzisti. Il biglietto verde ha infatti attraversato in modo deciso sia la media mobile a 50 che a 200 giorni nel mese scorso, con la media mobile a 200 giorni che ha offerto un solido supporto in tutto il periodo.