Venerdì mattina il Premio Nobel per la Pace 2020 è stato assegnato al Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite.
Cosa è successo: il World Food Programme (WFP) è stato premiato dal prestigioso Comitato Nobel per il suo “contributo al miglioramento delle condizioni di pace nelle aree colpite da conflitti e per aver agito come forza trainante nelle iniziative per prevenire l’uso della fame come arma di guerra e conflitto”.
Il WFP aiuta a sfamare quasi 100 milioni di persone in 88 Paesi; una persona su nove nel mondo non ha abbastanza cibo.
L’istituzione delle Nazioni Unite assumerà un ruolo sempre più rilevante dato che la pandemia globale di COVID-19 potrebbe raddoppiare i tassi di fame in tutto il mondo.
Perché è importante: i conflitti e la fame sono spesso interconnessi tra loro e questo premio Nobel rappresenta un “promemoria del fatto che sicurezza alimentare, pace e stabilità vanno di pari passo”, ha affermato il PAM in un comunicato stampa.
“Senza pace non possiamo raggiungere il nostro obiettivo globale di fame zero; e finché c’è fame, non avremo mai un mondo pacifico”, ha dichiarato l’organizzazione.
David Beasley, direttore esecutivo del WFP, in un video pubblicato su Twitter ha dichiarato a proposito del premio: è stata “la prima volta in vita mia in cui sono rimasto senza parole”.
Cosa potrebbe succedere: l’organizzazione del WFP continuerà a lavorare nei “luoghi più difficili e complessi del mondo”, ha detto Beasley; intanto, l’organizzazione e tutti i suoi membri dediti “meritano questo premio”.
Magazzinieri del PAM che trasportano sacchi di prodotti alimentari per la distribuzione in Nigeria il 4 ottobre. Foto di Damilola Onafuwa/per gentile concessione del World Food Programme.