Martedì mattina, al momento della pubblicazione, il petrolio stava mantenendo i guadagni realizzati nella sessione precedente dopo che l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, che include la Russia (OPEC+), ha deciso una modesta riduzione delle forniture di greggio pari a 100.000 barili al giorno; l’OPEC+ ha poi aggiunto che potrebbe fare di più nel quarto trimestre se lo riterrà necessario.
L’accordo sul nucleare
I guadagni registrati lunedì dal greggio sono stati supportati dalla battuta d’arresto nei colloqui sul nucleare iraniano, ha riferito Bloomberg. Josep Borrell, capo della diplomazia dell’Unione Europea, ha minimizzato la possibilità di una rapida ripresa dell’accordo, attenuando dunque le prospettive di un rapido ritorno dell’offerta iraniana di petrolio.
Movimento dei prezzi
Al momento della pubblicazione, i futures sul WTI scambiavano a 89,07 dollari al barile, in rialzo dai minimi di 86,82 dollari registrati venerdì. Di recente i prezzi del greggio erano scesi a causa dei timori sulla domanda, innescati dalla possibilità di una recessione globale e dagli aggressivi aumenti dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per contrastare l’inflazione.
Lo United States Brent Oil Fund (NYSE:BNO) venerdì ha chiuso in rialzo dell’1,03% e il Vanguard Energy Index Fund ETF (NYSE:VDE) ha guadagnato il 2,08%.
La dichiarazione dell’OPEC
Nella dichiarazione rilasciata dall’OPEC si legge: “L’incontro ha rilevato che una maggiore volatilità e maggiori incertezze richiedono la costante valutazione delle condizioni di mercato e la disponibilità ad apportare adeguamenti immediati alla produzione in diverse forme, se necessario”.
“L’OPEC+ ha l’impegno, la flessibilità e i mezzi all’interno dei meccanismi esistenti della Dichiarazione di Cooperazione per affrontare queste sfide e fornire indicazioni al mercato”.
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