Il seguente articolo è apparso per la prima volta su CapitalWatch
Un numero crescente di cittadini statunitensi sta diventando sempre più ansioso o depresso, oppure peggio; vale a dire che nel 2019 ci sono state più di 72.000 overdose fatali, e nel 2018 più di 48.000 suicidi. Tra marzo e giugno di quest’anno, le chiamate al numero verde sponsorizzato dalla National Alliance on Mental Illness sono aumentate del 65%.
Dai titoli incentrati sulla lotta alla depressione tramite funghetti magici e DMT (dimetiltriptamina), ai nomi tech che offrono nuove soluzioni supportate dalla tecnologia, l’obiettivo è quello di capitalizzare il nuovo mercato rialzista secolare degli USA: l’industria della salute mentale.
Ecco un’azienda adatta allo scenario
Se a causa della scarsità di buona musica nella tua collezione di dischi o di un’insopportabile inadeguatezza dell’essere non vuoi investire in sostanze psicoattive né tantomeno ingerirle, titoli quadrati e centrati come Neuronetics (NASDAQ:STIM) sono un modo per piazzare una scommessa vincente sulle malattie mentali d’America; da inizio anno il titolo è infatti aumentato di oltre il 50% e scambia a circa 6,18 dollari per azione, inoltre l’azienda è piccola e, sebbene abbia debiti, ha molta più liquidità che passività. Dunque, di cosa si occupa Neuronetics?
Il prodotto di punta dell’azienda è il sistema terapeutico avanzato NeuroStar; NeuroStar utilizza la stimolazione magnetica transcranica (TMS) per creare un campo magnetico pulsato della forza di una risonanza magnetica, che induce correnti elettriche progettate per la stimolazione di specifiche aree del cervello associate all’umore.
In altre parole, si tratta di una terapia d’urto? Non proprio. NeuroStar utilizza la TMS, che però non è la stessa cosa della terapia elettroconvulsiva (ECT), quest’ultima pratica preferita da persone come l’infermiera Mildred Ratched. Ad ogni modo, l’ECT di oggi non è quella dei tuoi nonni pazzi, anche se si tratta ancora di indirizzare la corrente elettrica nel cervello del paziente per causare convulsioni “generalizzate”; la TMS, d’altra parte, stimola l’attività neuronale utilizzando fasci magnetici pulsati ad alta intensità. Entrambi sono usati per il trattamento della depressione solo come ultima risorsa, e sebbene le prove suggeriscano che l’ECT sia la scelta più efficace, la TMS è, per ovvie ragioni, quella più popolare fra i pazienti. Poiché la TMS sta cominciando a diventare un trattamento comune per la depressione clinica, Neuronetics sembra ben posizionata per trarre vantaggio da tale tendenza. Sono long sul titolo Neuronetics.
Un’altra small-cap che si occupa di benessere mentale è Cassava Sciences (NASDAQ:SAVA). In caso i lettori non lo ricordassero, a settembre le azioni della società si sono scatenate, balzando da circa 3 dollari a oltre 12 dollari per azione dopo aver annunciato risultati di fase intermedia positivi per il suo farmaco sperimentale contro l’Alzheimer, il sumifilam. Questi risultati incoraggianti si sono riflessi in un successivo deposito presso la SEC, dal quale si evincerebbe che il membro del consiglio Sanford Robertson ha acquistato moltissime azioni; il mercato si è mosso di conseguenza ma, anche dopo una tale rincorsa, Cassava continua a scambiare poco oltre i 10 dollari per azione. Senza alcun farmaco attualmente approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per rallentare o invertire gli orribili effetti neurologici dell’Alzheimer, questo titolo ha il potenziale per diventare uno dei maggiori casi di investimento nel settore della salute mentale. Ma c’è un problema: i test di fase 3 sono costosi e, senza ricavi, la società potrebbe dover bloccare l’avanzamento del sumifilam. Tutti gli occhi, in particolare quelli di Sanford Robertson, saranno dunque puntati sul grande attore tech Biogen e sul suo farmaco, l’anticorpo monoclonale aducanumab, con la società che il 6 novembre sosterrà la necessità di questo farmaco in occasione della riunione del comitato consultivo. Gli azionisti di Cassava sperano che il management dimentichi questa data.
Adesso parliamo di droghe vere…
CMPS
Se cerchi “CMPS” su Google, il primo risultato che appare è il Center for Modern Psychoanalytic Studies, con sede a New York City. La psicoanalisi freudiana potrà anche essere morta da tempo, ma per quanto moderni possano essere i metodi insegnati e praticati in questo centro di salute mentale, dubito che essi incorporino l’uso delle principali sostanze psichedeliche, o che ne suggeriscano l’utilizzo; eppure è esattamente ciò che sta facendo Compass Pathways (NASDAQ:CMPS). Classificata in basso sulle ricerche Google ma in alto in quanto a cure fantasiose, CMPS si è quotata in Borsa il 18 settembre, diventando la prima azienda dedicata alla ricerca dei benefici delle sostanze psichedeliche per la salute mentale ad essere negoziata su un importante mercato borsistico. Il risultato è stato un’impennata di oltre il 150% del prezzo delle azioni, per poi registrare un ribasso: un rapido sballo seguito da uno sfortunato down. Per quanto riguarda coloro che sono usciti ai massimi, potrebbero essere ancora in stato maniacale. L’azienda con sede a Londra è attualmente arruolata in uno studio clinico di fase 2 approvato dall’FDA che utilizza la sua terapia a base di psilocibina; per coloro che vivono fuori dal mondo, la psilocibina è la sostanza chimica psicoattiva che si trova nei funghi.
Viviamo tutti in un sottomarino pieno di ansie
Oggi gli studi supportano quel che Timothy Leary ci disse decenni fa: le sostanze psichedeliche sono un trattamento efficace per problemi di salute mentale tra cui depressione, ansia e dipendenza – disturbi di cui soffre un numero impressionante di cittadini statunitensi. I disturbi d’ansia sono la malattia mentale più comune negli Stati Uniti, che ogni anno colpisce 40 milioni di adulti statunitensi di età pari o superiore a 18 anni, ovvero il 18,1% della popolazione; si aggiunga a ciò una crisi da oppioidi vecchia di decenni, aggravata da una pandemia e dalle misure di lockdown associate ad essa, e si ottiene una crisi di salute mentale di proporzioni epiche in questo Paese. In effetti, mentre si discute della misura in cui le valutazioni dei titoli che sfruttano il tema dell’isolamento domiciliare rappresentano un cambiamento epocale temporaneo oppure permanente nella vita sociale e professionale di tutti noi, c’è ben poco da discutere sul fatto che il COVID-19 abbia esposto ed esacerbato la salute mentale e fisica a lungo termine dei cittadini statunitensi. Ora potremmo anche essere più pazzi e più tristi a causa della pandemia ma, anche dopo che quest’ultima si sarà dissipata, rimarremo a lungo in questa situazione. La continua perdita di posti di lavoro a causa di algoritmi pubblicitari social sempre più sofisticati e manipolativi porterà ad un maggiore isolamento e ad una maggiore depressione; ci sarà meno connessione reale e più sofferenza vera.
Per molti, le sostanze psichedeliche offrono quindi una nuova entusiasmante soluzione a un problema in continua crescita.
O’Leary vuole operare sul tuo cervello
Anche il famoso ‘squalo’ Kevin O’Leary è rialzista sul tema delle sostanze psichedeliche; O’Leary è investitore in Mind Medicine (OTC:MMEDF), azienda le cui azioni sono quasi triplicate nell’ultimo mese. L’azienda si sta concentrando principalmente sullo sviluppo di una versione non allucinogena dell’ibogaina psichedelica; l’ibogaina è la corteccia della radice dell’albero iboga dell’Africa centrale, e venne ingerita per la prima volta dai pigmei. Sebbene non ci siano prove cliniche che l’ibogaina renda una persona più piccola di statura, con un’altezza di soli 178 centimetri non correrò il rischio di provarla.
Mind Medicine ha anche condotto studi utilizzando la ketamina (questa invece l’ho provata), tranquillante per cavalli e popolare sostanza stupefacente da discoteca, insieme alla droga da club per antonomasia, l’MDMA; si aggiungano a ciò i trattamenti a base di LSD e DMT (le proprietà psicoattive di quest’ultima derivano dall’ayahuasca), e si otterrà una compagnia che non ha paura di scommettere pesantemente sulle sostanze psichedeliche. Mind Medicine è attualmente impegnata in diversi studi clinici, nessuno dei quali si ritiene includa il conduttore di podcast Joe Rogan come partecipante attivo.
Scherzi a parte, credo che vedremo queste droghe diventare popolari così come è successo per la marijuana; inoltre, credo che per la stragrande maggioranza delle persone questo tipo di esperienze non sarebbe solo psicologicamente benefico, ma davvero trasformativo. Lo sforzo per combattere la dipendenza da altre droghe e sostanze attraverso i prodotti psichedelici offre possibilità entusiasmanti.
Tuttavia, come hanno mostrato i due opposti “dibattiti” in municipio di ieri sera, esistono due campi in questo Paese – e anche quello più apertamente favorevole alle droghe non ha intenzione di legalizzare gli acidi, indipendentemente da quel che hanno da dire in merito Leary oppure O’Leary; a breve e medio termine, bisogna cercare opportunità di slancio su questi e altri titoli del cosiddetto “Shroom Boom” (il boom dei funghetti), definizione adeguatamente coniata.
Tuttavia, con l’erba ancora classificata come sostanza narcotica di tipo 1, prevedo che ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che lo Shroom Boom esploderà davvero; per ora sarà meglio prendere Spotify Technologies (NYSE:SPOT) e i consigli sulle sostanze psichedeliche del popolare podcaster Joe Rogan con le pinze.