Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha lanciato una seconda serie di sanzioni economiche alla Russia con oggetto principale il settore bancario; tuttavia, Biden ha riconosciuto che il primo round di sanzioni e le ripetute minacce di privazioni finanziarie ai danni della Russia non hanno ancora prodotto un impatto sulla decisione del Presidente Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
Comunque, un report afferma che l’amministrazione Biden potrebbe adottare un approccio proattivo nel trattare con il regime di Putin, piuttosto che una strategia reattiva. L’idea è quella di un attacco di sicurezza informatica che sconvolgerebbe la presenza russa in Ucraina.
Cosa è successo
Parlando dalla East Room della Casa Bianca, Biden ha esteso le sanzioni statunitensi includendo cinque banche russe — Novikom, Otkritie, Sberbank, Sovcom e VTB — le quali detengono un totale complessivo di 1 miliardo di dollari in asset; Biden ha anche ampliato le sanzioni contro 10 cittadini russi, compresi i dirigenti di alcuni servizi finanziari e quelli che hanno legami stretti con Putin.
“Putin è l’aggressore”, ha detto Biden. “Putin ha scelto questa guerra e ora lui e il suo Paese ne subiranno le conseguenze, così Putin sarà un paria sulla scena internazionale”.
L’amministrazione Biden, attraverso l’Ufficio per il controllo dei beni esteri del Dipartimento del Tesoro USA, ha sanzionato 24 individui ed entità bielorusse, citando la loro partecipazione all’invasione dell’Ucraina.
Cosa non è successo
Biden non ha però incluso lo stesso Putin tra i bersagli delle sanzioni, né ha accettato la richiesta del governo ucraino di espellere la Russia dal sistema bancario internazionale SWIFT; inoltre, Biden non ha promulgato sanzioni su altri segmenti dell’economia russa, tra cui i settori dell’energia e dell’agricoltura, che sono cruciali per la vitalità finanziaria della nazione.
All’inizio, Biden era sulla difensiva sul fatto che non stesse andando troppo in là con le sanzioni.
“Le sanzioni che abbiamo imposto superano SWIFT”, ha insistito Biden. “Le sanzioni che abbiamo imposto superano qualsiasi cosa sia mai stata fatta; l’effetto generato dalle sanzioni che abbiamo imposto è che due terzi del mondo si sono uniti a noi. Sono sanzioni profonde. Teniamo un incontro fra un altro mese circa per vedere se stanno funzionando”.
Ulteriormente pressato, Biden ha poi dato l’impressione di cambiare marcia, dichiarando che l’annuncio delle sanzioni non poteva fermare l’invasione e l’occupazione in corso.
“Nessuno si aspettava che le sanzioni impedissero qualcosa”, ha dichiarato Biden. “Devono farlo; ci vorrà del tempo e dobbiamo mostrare determinazione. Lui sa cosa sta arrivando. E il popolo russo capirà cosa gli ha portato”.
Cosa potrebbe succedere
Biden ha ripetuto che non ci sarà alcun intervento militare diretto da parte dell’Ucraina, ma “difenderemo i nostri alleati della NATO e rassicureremo gli alleati a est. Come ho detto chiaramente, gli Stati Uniti difenderanno ogni centimetro del territorio della NATO con tutta la loro forza”.
Un report di NBC News suggerisce che il Presidente degli Stati Uniti sta valutando l’idea di uno scontro diretto contro la Russia nel cyberspazio. Secondo “due funzionari dell’intelligence degli Stati Uniti, un funzionario dell’intelligence occidentale e un’altra persona informata sulla questione”, i servizi segreti e gli specialisti militari statunitensi hanno delineato una strategia informatica progettata per devastare la connettività Internet in tutta la Russia; questa include anche la possibilità di arrestare l’energia elettrica della nazione e gli scambi ferroviari per rallentare la capacità della Russia di spostare le truppe in treno.
“Si potrebbe fare di tutto, dal rallentare i treni al farli cadere dai binari”, ha dichiarato una delle fonti anonime.
Tuttavia, un attacco informatico degli Stati Uniti potrebbe provocare una risposta russa dello stesso calibro; una delle fonti anonime ha affermato che l’azione degli Stati Uniti “sarà dura e misurata, ma non così grave da incoraggiare Putin a intervenire in modo più drastico”.
Nel frattempo
In Canada, il premier Justin Trudeau ha svelato la propria lista di sanzioni contro la Russia.
Secondo un report della CBC, le sanzioni canadesi prendono di mira 62 individui ed entità, principalmente membri della cerchia ristretta di Putin e banche russe. Ma a differenza degli Stati Uniti, il Canada è andato oltre interrompendo il rilascio dei permessi di esportazione per i prodotti russi e annullando i permessi esistenti.
Il ministro degli Esteri Mélanie Joly ha affermato che il congelamento dei permessi copre beni per un valore di oltre 700 milioni di dollari e include componenti aerospaziali, tecnologia e minerali.
“Queste sanzioni sono di ampia portata”, ha dichiarato Trudeau. “Imporranno costi elevati alle élite russe complici e limiteranno la capacità del presidente Putin di finanziare questa invasione ingiustificata”.
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Foto: La Casa Bianca