Negli ultimi giorni lo spread tra i tassi di rendimento dei BTP italiani a 10 anni e quello degli omologhi Bund tedeschi è sceso in modo significativo.
Basti pensare che nel corso di quest’anno il divario era salito fino a superare i 250 punti a metà giugno, mentre ora è addirittura sceso sotto i 200 punti.
A dire il vero ad inizio anno era circa a quota 130, mentre un anno fa era di poco superiore ai 100 punti, ma è a partire da fine aprile che ha fatto il balzo maggiore, passando da 170 a 250 punti in poco più di un mese e mezzo.
Di sicuro hanno inciso le preoccupazioni riguardanti l’economia italiana, dovute in particolare alla guerra in Ucraina, ma un ruolo chiave lo ha giocato anche l’inflazione in forte crescita.
La Banca Centrale Europea ha così deciso di intervenire con quello che è stato chiamato “scudo anti-spread“.
Si è trattato di una misura di emergenza presa pochi giorni fa per far fronte proprio al nuovo significativo aumento dello spread dell’ultimo mese e mezzo. Da quando è stata annunciata, lo spread è sceso del 21% in una settimana, dopo essere salito del 22% nei cinque giorni precedenti.
La BCE era già intervenuta in passato a favore dell’Italia per cercare di tenere sotto controllo lo spread, anche perchè avendo il Paese un enorme debito pubblico un aumento dei tassi di interesse da pagare su una tale cifra potrebbe gravare molto su un bilancio dello Stato tutt’altro che florido.
Come funziona lo scudo?
Tecnicamente non si tratta di una misura che interviene direttamente sullo spread, o sui tassi di interesse del debito pubblico, ma di una cosiddetta misura anti-frammentazione.
Infatti la BCE è la Banca Centrale unica di diversi paesi appartenenti all’Eurozona, tra cui anche Italia e Germania, ma ogni Stato ha il suo debito pubblico, le sue finanze e la sua affidabilità.
Questo fa sì che vi sia molta difformità, o frammentazione, tra i tassi di interesse pagati dai diversi Paesi sui loro debiti pubblici. Il fatto ad esempio che l’Italia paghi molto di più di quanto debba pagare la Germania fa sì che lo spread sia relativamente elevato.
Invece qualora i tassi di interesse fossero identici lo spread sarebbe zero, dato che non è altro che la differenza proprio tra questi tassi.
Come farà la BCE a ridurre questa diversità?
Semplicemente la BCE acquisterà titoli dei Paesi con rendimenti elevati, vendendo quelli dei Paesi con rendimenti più bassi. L’obiettivo è ridurre i primi, ed eventualmente aumentare i secondi.
Va tuttavia detto che si tratta di una strategia semplice solo a parole, perchè nei fatti è piuttosto complessa, e soprattutto decisamente critica. Quindi non è affatto detto che riuscirà ad abbattere lo spread.
Per ora comunque anche il solo annuncio è servito a tenere a bada lo spread BTP-Bund, nonostante la BCE non abbia ancora attivato concretamente lo scudo anti-spread.
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