Gli investimenti nell’intelligenza artificiale costituiscono oggi una parte considerevole dei finanziamenti totali del capitale di rischio statunitense, ma l’efficienza delle operazioni e la chiarezza della pipeline di vendita sono i principali motori di questa impennata.
Il potenziale trasformativo dell’IA
Vasyl Soloshchuk, CEO di INSART, attribuisce questa rapida crescita alla paura di perdere il potenziale trasformativo dell’IA, oltre al suo ruolo nell’ottimizzazione delle operazioni aziendali.
“Le startup IA hanno catturato il 46,4% dei 209 miliardi di dollari raccolti l’anno scorso, rispetto a meno del 10% di dieci anni fa”, ha dichiarato Soloshchuk a Benzinga in un’intervista rilasciata mercoledì alla conferenza ETH Denver. “Gli investitori vogliono entrare presto, ma sono la trazione reale e l’efficienza operativa a guidare le decisioni di finanziamento”.
L’afflusso di capitali nell’IA è stato influenzato in modo significativo dalle grandi aziende tecnologiche che hanno investito miliardi per espandere le infrastrutture.
Aziende come Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Google (NASDAQ:GOOGL) hanno costruito ecosistemi di IA che le startup sfruttano per applicazioni pratiche.
“Quando i giganti tecnologici investono su questa scala, creano infrastrutture di IA come OpenAI, che le startup fintech utilizzano per sviluppare casi d’uso reali”, ha spiegato Soloshchuk.
“Per esempio, Complify integra OpenAI per semplificare la gestione dei casi di compliance, rendendo il processo più veloce ed efficiente”.
Dove vanno gli investimenti in IA
Sebbene l’IA sia l’obiettivo dominante degli investimenti, Soloshchuk mette in guardia dal considerarla come una soluzione unica. “Si parla molto di IA, ma i venture capitalist non finanziano solo i chatbot”, ha osservato. “Il rilevamento delle frodi, il credit scoring, l’automazione delle sottoscrizioni: sono questi i tipi di applicazioni IA che attirano l’attenzione degli investitori”.
Soloshchuk ha sottolineato che per ottenere un finanziamento non è sufficiente che una startup venga definita “AI-driven”, ma è necessario dimostrare una pipeline di vendita valida e una domanda di mercato.
Per le startup non legate all’IA che cercano di attrarre finanziamenti, Soloshchuk suggerisce di concentrarsi su una forte trazione del mercato e su modelli di reddito chiari.
“Avere un modello di business convalidato, che si tratti di 200.000 dollari di ricavi ricorrenti annuali o di lettere d’intenti firmate, ha ancora un peso per gli investitori”, ha affermato. “È inoltre fondamentale trovare i partner giusti nello sviluppo del software e nella generazione della domanda per rafforzare il posizionamento”.
Nonostante il dominio dell’IA, il fintech rimane un settore molto interessante per il venture capital.
“Il fintech B2B continua ad attirare investimenti, soprattutto da parte di fondatori con una profonda esperienza nel settore che possono creare soluzioni reali e scalabili”, ha dichiarato Soloshchuk.
Soloshchuk ha evidenziato le startup fintech di successo dell’acceleratore INSART, tra cui Analytic Marketing, che sfrutta l’analisi guidata dall’IA per migliorare il coinvolgimento dei clienti, e Couplr IA, che migliora i servizi di consulenza finanziaria grazie a intuizioni di finanza comportamentale.
Con l’evoluzione del panorama degli investimenti, Soloshchuk ritiene che le future decisioni di finanziamento saranno sempre più basate sui dati.
“Gli investitori sono alla ricerca di clienti paganti reali e di una trazione misurabile”, ha dichiarato. “La presenza di un prodotto ben definito e adatto al mercato, di metriche finanziarie chiare e di un’adozione precoce da parte dei clienti definirà la prossima ondata di startup finanziabili”.
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