Microsoft Corp. (NASDAQ:MSFT) ha accusato la controllata di Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL), Google, di aver orchestrato campagne di lobbying occulte volte a minare la sua attività di cloud computing e a distogliere l’attenzione dalle sue sfide normative.
Cosa è successo
Rima Alaily, Corporate Vice President e Deputy General Counsel di Microsoft, ha affermato che Google sta lanciando un nuovo “gruppo astroturf” in Europa con l’obiettivo specifico di criticare le pratiche di Microsoft presso le autorità della concorrenza e i responsabili politici.
L’organizzazione, secondo Microsoft, sarà guidata da Nicky Stewart, che in passato ha presentato denunce contro Microsoft e Amazon.com Inc. (NASDAQ:AMZN) presso l’autorità britannica per la concorrenza e il mercato.
“Google ha deciso di creare una propria organizzazione di lobbying astroturf. Ha assunto un’agenzia di lobbying e comunicazione in Europa per creare e gestire l’organizzazione. E ha reclutato diversi piccoli fornitori europei di cloud per farne parte”, ha scritto Alaily nel dettagliato post.
Le accuse giungono in un momento in cui le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno intensificato l’esame delle principali aziende tecnologiche. Secondo il conteggio di Microsoft, Google deve attualmente affrontare almeno 24 indagini antitrust nei principali mercati digitali a livello globale.
Tra le accuse specifiche, Microsoft sostiene che:
- Google ha recentemente tentato di offrire ai membri del CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe) circa 500 milioni di dollari in contanti e crediti per rifiutare un accordo con Microsoft e continuare il contenzioso.
- Google ha creato un’organizzazione con sede negli Stati Uniti chiamata Coalition for Fair Software Licensing per criticare le pratiche commerciali di Microsoft nel settore del cloud.
- Il gigante tecnologico sta finanziando commentatori del settore e accademici per scrivere studi critici su Microsoft.
- A settembre Google ha presentato un reclamo formale alla Commissione europea in merito alle pratiche di Microsoft in materia di licenze software per i servizi cloud.
Google non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento di Benzinga.
Perché è importante
Microsoft ha difeso le sue pratiche in materia di licenze, sostenendo che quando Google costruisce servizi cloud utilizzando la proprietà intellettuale di Microsoft, come Windows Server, dovrebbe pagare per tale diritto.
“Quando un servizio di streaming, come Netflix o Disney, include un film nel proprio servizio, paga per quel diritto. Non ottengono un credito o uno sconto se un abbonato possiede un DVD dello stesso film”, ha spiegato Alaily.
Il post sul blog affronta anche il tema delle capacità di cloud computing di Google, mettendo in discussione il posizionamento di Google come operatore minore del mercato. Microsoft ha fatto notare che Google ha ottenuto una crescita del 29% nel suo business cloud lo scorso trimestre e ha investito 13 miliardi di dollari nella crescita dell’infrastruttura, con una capacità operativa di data center di 3.500 MW nel 2023.
In risposta a queste sfide, Alaily ha sottolineato la volontà di Microsoft di adattare le proprie pratiche sulla base di “preoccupazioni credibili, legittime e risolvibili”, citando le recenti modifiche apportate alle sue suite di produttività aziendale e per le imprese in risposta al feedback della Commissione Europea.
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