Jim Cramer della CNBC si è pronunciato sul recente calo nel pre-market di Nvidia Corp. (NASDAQ:NVDA), attribuendo la sua lieve flessione all’influenza del “meme money” piuttosto che a significative vendite istituzionali.
Cosa è successo
In un post su X, Cramer ha espresso la sua delusione, dichiarando: “Speravo ci fosse meno ‘meme money’ in Nvidia, ma mi sbagliavo”. Ha indicato l’andamento di Nvidia nel pre-market, notando: “Guardate il titolo nel pre-market, è giù di 87 centesimi”.
Cramer ha rapidamente minimizzato la rilevanza di questa flessione, caratterizzandola come opera di investitori meno consistenti. Ha spiegato: “Sono solo piccoli azionisti motivati che la stanno spingendo giù”.
Per sottolineare il suo punto sull’impatto limitato di tale attività, Cramer ha stimato che “Probabilmente non più di 35.000 azioni vendute hanno fatto scendere il titolo più grande di una percentuale enorme”, suggerendo che anche un volume di trading relativamente piccolo da parte di certi tipi di investitori può creare fluttuazioni di prezzo evidenti, sebbene non fondamentali, in titoli molto osservati come Nvidia.
I was hoping there would be less meme money in Nvidia but i was wrong. Witness the stock in premarket is down 87 cents. That’s just small motivated shareholders knocking it down. Probably no more than 35,000 shares sold took the biggest stock down a huge percentage
— Jim Cramer (@jimcramer) May 30, 2025
Perché è importante
Nvidia era in calo dello 0,21% a 138,90 dollari per azione nel pre-market di oggi, al momento della pubblicazione di questo articolo. Giovedì aveva chiuso in rialzo del 3,25% dopo i solidi utili registrati mercoledì a chiusura dei mercati.
Gene Munster, managing partner di Deepwater Asset Management, giovedì aveva espresso su X la sua delusione per la reazione contenuta del mercato ai robusti risultati del primo trimestre di Nvidia.
Crede che solo la guidance dell’azienda, in particolare la sua previsione di 45 miliardi di dollari di fatturato per il secondo trimestre — anche con una perdita stimata di 8 miliardi di dollari a causa delle restrizioni all’esportazione — avrebbe dovuto innescare un rally del titolo tra l’8% e il 10%, specialmente considerando le attuali incertezze macroeconomiche.