La Federal Reserve ha approvato il primo rialzo dei tassi di interesse dal 2018: l’aumento è dello 0,25%, ovvero 25 punti base; l’obiettivo della banca centrale statunitense è quello di rispondere all’aumento dell’inflazione senza influire sulla crescita economica.
Ma l’aumento dei tassi potrebbe frenare la crescita e portare l’economia degli Stati Uniti in recessione, come osservano gli analisti di Reuters; comunque, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha espresso fiducia sul fatto che l’economia può prosperare nonostante la politica meno accomodante.
“La Fed (sta) cercando di raddrizzare la barca”, ha dichiarato Andy Kapyrin, Chief Investment Officer di RegentAtlantic. “La mia aspettativa è che diventerà più aggressiva con il passare dell’anno, soprattutto se l’inflazione resterà alta”.
Secondo un report di Reuters, Kapyrin sta incrementando il sovrappeso in titoli azionari relativamente economici, società economicamente sensibili che tendono a prosperare in un periodo di crescita solida e di tassi più elevati; inoltre, l’analista prevede che le obbligazioni a tasso variabile beneficeranno dell’aumento dei costi di finanziamento.
Eppure, la chiarezza sul percorso di rialzo dei tassi previsto dalla Fed e l’insistenza della banca centrale sul fatto che l’economia statunitense sia sufficientemente robusta hanno rassicurato alcuni investitori: l’indice di riferimento S&P 500 ha chiuso in aumento di oltre il 2%, un elemento che viene interpretato come un sospiro di sollievo per il fatto che la Fed ha lanciato delle iniziative per affrontare l’inflazione.
Ad ogni modo, alcuni timori sulla crescita futura degli Stati Uniti sono stati evidenti nel mercato dei titoli di stato americani: i rendimenti di alcuni Treasury a breve scadenza hanno infatti superato quelli dei Treasury a più lunga scadenza, un segno che gli investitori prevedono dei rischi economici all’orizzonte.
La Fed ha iniziato a scontare i nuovi rischi dell’economia globale, abbassando la sua stima di crescita del PIL statunitense per il 2022 al 2,8% dal 4% previsto a dicembre.
«Non vantano un grande storico nel progettare “atterraggi morbidi”», ha commentato in merito Matthew Nest, responsabile globale dell’obbligazionario attivo di State Street Global Advisors, secondo cui l’economia USA registrerà una contrazione nel primo semestre del 2023.
Si prevede un certo sollievo qualora i prezzi delle materie prime subissero una decelerazione, ha affermato Tony Rodriguez, responsabile della strategia del reddito fisso presso la società di asset management Nuveen; Rodriguez si sta muovendo verso le obbligazioni ipotecarie di bassa qualità e i bond societari ad alto rendimento, il che potrebbe togliere pressione alla Fed per poter inasprire i tassi nel modo che ha previsto.
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