- Il dollaro USA ha registrato un notevole calo dell’1,3% alla fine della settimana, dopo il gap down di giovedì.
- In contrasto con il calo del dollaro, l’S&P 500 ha dimostrato una certa resistenza con un aumento dello 0,3%.
Il dollaro USA ha registrato un significativo calo di valore dell’1,3% alla fine della scorsa settimana. Questo calo ha fatto seguito a quello iniziale di giovedì, quando il dollaro ha aperto con un ribasso dello 0,49% rispetto al prezzo di chiusura del giorno precedente e ha continuato a scendere per tutta la giornata.
Nonostante la tendenza al ribasso del dollaro, l’S&P 500 ha avuto una settimana forte, con un guadagno dello 0,3% giovedì e un impressionante guadagno del 2,49% per l’intera settimana. Questo contrasto dimostra come diversi fattori possano influenzare i mercati valutari e azionari in modo contrastante.
Il dollaro è volatile sin dal settembre del 2022. Inizialmente è sceso del 13% dai massimi di 114 dollari, poi è sceso sotto i 100 dollari. Tuttavia, si è rapidamente ripreso da questo importante traguardo, recuperando il 7% prima di subire un altro calo del 4,8%.
Queste fluttuazioni evidenziano le difficoltà incontrate da trader e analisti nel prevedere la direzione del dollaro, che ha faticato a mantenere una tendenza costante in entrambe le direzioni.
Il recente calo del dollaro fa pensare a un possibile retest del livello di 100 dollari, una zona di supporto significativa. Se il prezzo rivisita quest’area e la utilizza come supporto, potrebbe seguire una ripresa.
Se la valuta trova lo slancio per un rimbalzo e inizia una traiettoria al rialzo, un livello chiave da tenere d’occhio sarebbe il massimo di ottobre di 107 dollari. Una rottura al di sopra di questo livello potrebbe segnalare un’inversione dell’attuale tendenza ribassista ed eventualmente inaugurare un trend rialzista per il dollaro.
Dopo la chiusura di venerdì 15 dicembre, la valuta ha chiuso a 102,18 dollari, in rialzo dello 0,59%.
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