La ripresa economica è un obiettivo ancora lontano da raggiungere. Tra incertezze sul futuro e un aumento costante dell’inflazione, la migliore strategia per gli investitori sembra essere quella conservativa. Mettere al riparo i propri fondi e cercare soluzioni che offrano un buon grado di stabilità, senza rinunciare ai rendimenti, è la soluzione più condivisa dai professionisti anche se, in concreto, non è facilmente realizzabile.
Chi aveva strutturato un portafoglio con queste caratteristiche prima del Covid, oggi si ritrova nella maggior parte dei casi ad aver visto un calo netto del rendimento, oltre al fatto che determinati prodotti finanziari scaduti sono oggi sottoscrivibili a condizioni molto diverse rispetto al periodo pre-crisi.
Una soluzione invece che si distingue sia in termini di sicurezza che di rendimento è il D-account proposto da Freedom24. In termini pratici, si tratta di un conto di risparmio su cui i fondi cash possono essere depositati in EUR o USD, quindi ampia scelta nel caso di chi possiede conti multivaluta. Le condizioni della sottoscrizione sono semplici e trasparenti, aspetto a cui diamo estrema importanza:
- Il tasso di interesse sui risparmi è fissato al 3% per i conti in USD e al 2,5% per i conti in EUR;
- L’interesse annuale viene accreditato sul tuo conto su base giornaliera;
- I fondi possono essere trasferiti con diverse modalità, tra cui carta di credito, trasferimento bancario da un conto esterno o da un altro conto Freedom24;
- Per l’apertura del conto si può accedere dal sito web o procedere tramite l’app.
Tasso fisso o tasso variabile: quale prodotto finanziario scegliere?
In base alla regola di base della finanza, a parità di rischio corrisponde lo stesso livello di rendimento. Questa norma generale va contestualizzata tenendo conto delle circostanze specifiche come quelle attuali, quando si tratta di scegliere il tipo di investimento e di portafoglio finanziario.
Il periodo attuale è un evidente periodo di instabilità economica, una condizione che può essere sintetizzata come una fase in cui l’economia attraversa un fenomeno di recessione accompagnata da una crescita non sana e spesso monopolizzata, oltre che da un generale aumento dei prezzi. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, l’inflazione ha toccato negli ultimi anni cifre che non vedevamo da decenni, come riportato di seguito.
Le conseguenze che si ripercuotono vanno a incidere in maniera ancora più netta sulla scelta del proprio tipo di investimento. In una fase di instabilità, crolla la domanda dei consumatori per due ordini di fattori:
- Il potere di acquisto scende: salgono i prezzi a causa dell’inflazione ma gli stipendi non vengono riequilibrati;
- Aumenta il livello di disoccupazione o si abbassano le tutele a favore dei lavoratori (prevalenza dei contratti a tempo determinato rispetto ai contratti a tempo indeterminato ad esempio).
I mercati vivono una fase “bear”, in cui il trend prevalente è quello ribassista. Gli accenni opposti e che puntano al rialzo non sono sufficienti per stabilire la ripresa economica e non danno abbastanza fiducia agli investitori e ai consumatori.
C’è un altro aspetto che va analizzato nel determinare il periodo economico attuale e le conseguenti scelte di investimento più adatte: le politiche monetarie dei singoli governi, in coordinamento con le decisioni dell’Unione europea, o della FED. Di seguito viene riportato l’andamento dell’aumento dei tassi di interesse applicati dalla FED negli ultimi anni, da cui è evidente la rapidità con cui il 2022 ha visto un incremento dei tassi.
Le scelte di fondo si dividono tra due opzioni: l’aumento o la diminuzione dei tassi di interesse.
L’aumento del tasso di interesse è una politica applicata nei periodi come quello attuale in cui l’inflazione è alta. Il meccanismo di fondo è semplice: alzando i tassi di interesse si frena la domanda, si contraggono i consumi e i prezzi iniziano a scendere, con l’auspicio che in questo modo l’inflazione inizi a rallentare.
Quando i tassi di interesse vengono abbassati, siamo in una fase di espansione. Le banche ad esempio concederanno prestiti a tassi più agevolati, la domanda cresce e di conseguenza i consumi aumentano. Anche i prezzi aumentano ma all’interno di un’inflazione “sana” perché equilibrata rispetto all’andamento dell’economia.
Il quadro a questo punto è ben definito rispetto al periodo attuale e alla scelta tra un investimento a tasso fisso e un investimento più rischioso. Appurato che il portafoglio di un investitore dovrebbe essere sempre strutturato in base a una strategia di differenziazione, sta all’abilità del trader saper modulare le quote dei diversi tipi di investimento in base al periodo attuale. Spesso il tasso di interesse elevato spinge gli utenti a scegliere investimenti che sembrano più remunerativi ma che in realtà portano con sé tutto il rischio di un’economia ancora in una fase instabile. In particolare, gli ultimi mesi ci hanno confermato che il rischio default è sempre in agguato, anche a fronte di società e banche con rating elevati. Inoltre, il tasso di interesse è un’arma a doppio taglio e sono proprio gli investimenti con rendimento fisso ad avere una barriere protettiva più resistente rispetto alla variabilità dei tassi.
Disclaimer: Gli investimenti in titoli e altri strumenti finanziari comportano sempre il rischio di perdita del capitale. Le previsioni e le performance passate non sono indicatori affidabili dei risultati futuri. Prima di effettuare qualsiasi investimento, è essenziale compiere una propria analisi. Se necessario, ricercare con cura una consulenza d’investimento indipendente da parte di un professionista certificato. L’acquisto di azioni ai prezzi di IPO può comportare ulteriori restrizioni.