Nell’affrontare il trading sulle materie prime, l’individuazione di un bias di mercato, ovvero un comportamento ricorrente nell’andamento dei prezzi, è uno degli approcci più facilmente applicabili. In questo articolo ci concentreremo sul future del natural gas (Henry Hub Natural Gas – NG) per valutare se sia ancora presente e sfruttabile, un bias settimanale che avevamo analizzato più di un anno fa, grazie ad un software proprietario sviluppato all’interno della Unger Academy, il Bias Finder. Gli avvenimenti del 2022, in particolare il conflitto in Ucraina, hanno avuto un notevole impatto sull’andamento dei prezzi delle materie prime, per cui viene naturale chiedersi: questo bias funziona ancora?
Innanzitutto, vediamo di quale bias stiamo parlando. Utilizzando il Bias Finder, sviluppato proprio per individuare dei comportamenti ricorrenti sui mercati, avevamo caricato lo storico del Natural Gas future a partire dal 01/01/2008 fino al 31/12/2021 con un timeframe a 15 minuti.
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Avevamo poi chiesto al software di plottare sul grafico l’andamento medio settimanale dei prezzi, per 3 distinti periodi temporali: dal 2010 al 2013, dal 2014 al 2017, e dal 2018 al 2021, senza considerare i dati del 2008 al 2009 perché sono quelli più “sporchi”, visto che al tempo questi future erano ancora scambiati per lo più alle grida ed erano quindi profondamente diversi da quelli che sono oggi.
Andando a vedere i risultati dell’andamento medio settimanale, quello che balzava subito all’occhio era che nella sessione del giovedì, quella che in realtà inizia al mercoledì alle 18:00 per poi finire il giovedì alle 17:00, si assisteva ad un comportamento abbastanza ricorrente: tutti e 3 i periodi (ovvero l’equity line blu 2010-13, quella arancio 2014-17 e quella in giallo 2018-21) mostravano dei significativi ribassi.
Questo bias è stato sicuramente più marcato dal 2010 al 2013, ma anche tra il 2018 e il 2021 abbiamo assistito a dei discreti ribassi. Tra il 2014 e il 2017 invece si vede come questo bias non sia scomparso del tutto, ma un po’ affievolito, forse indice del fatto che in quegli anni si è assistito ad una riduzione della volatilità sul mercato.
Questo comportamento ricorrente può essere associato al rilascio dei dati sulle scorte di gas naturale che avviene proprio ogni giovedì intorno alle ore 16:00-16:30 (orario italiano). Si tratta della variazione del numero di piedi cubi di gas naturale immagazzinati nei depositi sotterranei durante la settimana precedente: se la domanda tende a salire o a scendere, questo influenza direttamente l’andamento del prezzo. Andando adesso ad osservare in dettaglio il grafico del Bias Finder nella sessione del giovedì, vediamo proprio che il movimento ribassista si innesca tra le 6:00 e le 12:00 (orario di New York), perfettamente in linea con l’orario di rilascio delle scorte (le 16:00 orario italiano sono le 10:00 orario di New York).
Ma cosa è successo dall’inizio del 2022 ad oggi?
Come detto, il mercato ha subito forti scossoni al rialzo a causa degli eventi geopolitici e della crisi energetica in generale, e ce ne siamo accorti anche guardando le bollette a fine mese. Dati alla mano, chiedendo al Bias Finder di plottare (in viola) anche il periodo dal 2022 a Maggio 2023, si nota subito come la volatilità sia esplosa, con variazioni dei prezzi medi settimanali decisamente più ampi di quelli registrati negli anni precedenti.
Andando ad osservare in particolare la giornata di giovedì, si vede come il bias precedentemente individuato in maniera molto chiara e precisa, si sia in qualche modo modificato. L’andamento medio della giornata è si ribassista, ma tale movimento non è più concentrato dell’orario di rilascio dei dati sulle scorte, bensì più distribuito tra l’inizio e la fine della giornata, con addirittura una tendenza al rialzo nell’orario che in passato dava il via ai ribassi.
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Volendo testare quanto evidenziato grazie al Bias Finder, si può provare a costruire una semplice strategia che sfrutti il bias individuato fino al 2021, e verificare poi come si sarebbe comportata nel 2022 e fino ad oggi. Con un timeframe di 15 minuti ed impostando uno stop loss fisso a 1.200$, entreremo short al giovedì tra le ore 6:00 e le ore 12:00 (l’intervallo temporale che avevamo identificato) se avverrà una sorta di conferma di breakout, ovvero la rottura dei minimi degli ultimi 4 periodi (cioè dell’ultima ora). Chiuderemo poi le posizioni alla fine della sessione.
Analizzando i risultati di questa strategia fino a fine 2021 si vede che come, con poche righe di codice, questo bias avrebbe portato ad avere una buona equity line, anche se con qualche scossone. Cosa che si sarebbe potuta sicuramente migliorare aggiungendo delle altre condizioni, oppure andando a giocare un po’ sui vari input.
Volendo semplicemente vedere se questa strategia avrebbe retto fino ad oggi, aggiungendo i dati del 2022 fino ai giorni nostri, si trova conferma di quanto evidenziato dall’analisi precedentemente svolta con il Bias Finder: la strategia avrebbe sofferto la forte volatilità del mercato energetico, con risultati alla fine positivi ma molto altalenanti, che avrebbero portato seri mal di pancia ai trader che l’avessero utilizzata.
Va detto comunque che l’andamento dell’equity è rimasto in linea con quello di lungo termine, per cui potrebbe benissimo riprendere a funzionare dopo questo periodo “anomalo”. Tutto sommato infatti la strategia avrebbe prodotto utili oltre 70.000$ dal 2010 ad oggi, anche se con delle fasi un po’ più difficili.
Si può quindi dire che questo bias stia perdurando nel tempo? Probabilmente sì, anche se forse si è preso una pausa, e per continuare a dare dei buoni risultati in futuro è auspicabile che si ritorni ad una situazione di mercato meno turbolenta.
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Alla prossima e buon trading!
Andrea Unger