Di recente Assogestioni ha pubblicato la mappa trimestrale del secondo trimestre dell’anno.
Nel comunicato ufficiale si legge che la raccolta netta trimestrale è diminuita di 4,17 miliardi di euro nel corso del trimestre, e l’ipotesi principale del motivo che potrebbe celarsi dietro questo calo è l’incertezza dei risparmiatori italiani riguardo il futuro.
Il comunicato
“In un periodo segnato ancora dalle incertezze geopolitiche e dalle turbolenze dei mercati finanziari, l’effetto mercato ha comportato una variazione di circa -7% del patrimonio“.
La cosa curiosa è che invece nel primo trimestre dell’anno, concluso il 31 marzo, si era verificato un forte aumento, quindi l’incertezza è arrivata solo nei mesi seguenti.
Un trend simile non a caso si è riscontrato anche sui prezzi del gas all’ingrosso, con un primo picco di crescita a marzo, in seguito all’inizio della guerra in Ucraina, ma subito rientrato, ed un seguente picco ancora più alto innescatosi a giugno, ovvero l’ultimo mese del secondo trimestre.
Pertanto i primi due mesi dell’anno non sono stati caratterizzati da forte incertezza, ma a partire da marzo le cose hanno iniziato a cambiare.
I numeri del risparmio gestito in Italia
In totale il patrimonio gestito dell’industria del risparmio gestito in Italia a fine giugno era di 2.257 miliardi di euro, quindi la riduzione di 4,17 miliardi nel secondo trimestre è pari solo allo 0,18% del patrimonio totale. Il calo pertanto non è affatto preoccupante, ma solo indice di un cambiamento di prospettiva per i risparmiatori italiani nel secondo trimestre.
In totale comunque nel corso del 2022 fino ad ora il risparmio gestito in Italia è cresciuto di 6,75 miliardi di euro.
Il problema principale è dovuto alla disaffezione nei confronti dei fondi obbligazionari, la cui raccolta ha subito un netto calo di 9,8 miliardi. Invece è cresciuta la raccolta destinata ai prodotti azionari (+6,4 mld) ed a quelli bilanciati (+1,7 mld).
Nessuna variazione sostanziale invece per i Piani Individuali di Risparmio, ovvero i cosiddetti fondi PIR.
Così come l’industria del risparmio gestito si è risollevata decisamente bene dalla pandemia, è possibile immaginare che anche il calo del secondo trimestre del 2022 possa essere passeggero, qualora le condizioni macro dei mercati dovessero migliorare. Nel caso invece in cui perdurassero incertezza e turbolenze un rimbalzo sembra meno probabile.
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