Lunedì l’amministrazione del presidente Donald Trump ha chiesto alla Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti di modificare la sua interpretazione di una legge che garantisce alle piattaforme social l’immunità da azioni legali derivanti da contenuti di terze parti, secondo quanto riferito da Reuters.
Cosa è successo
A seguito dell’ordine esecutivo approvato a maggio da Trump, con cui si intende colpire i colossi della tecnologia come YouTube, consociata di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG), Facebook Inc (NASDAQ:FB) e Twitter Inc (NYSE:TWTR), la National Telecommunications and Information Administration (NTIA) ha presentato una richiesta alla FCC.
La NTIA, agenzia che fa parte del Dipartimento del Commercio, chiede alla FCC di richiedere alle società di social media di “divulgare pubblicamente accurate informazioni in merito ai suoi meccanismi di gestione dei contenuti”.
L’agenzia ha affermato che ciò consentirebbe agli utenti di fare “scelte più informate su alternative concorrenti”, ha osservato Reuters.
Due commissari in quota Democratica hanno affermato che “l’FCC non dovrebbe cadere in questa trappola” e ha esortato a respingere la richiesta. La Commissione dal canto suo ha dichiarato che “esaminerà attentamente la petizione”.
Perché è importante
Secondo la Reuters, l’FCC potrebbe impiegare oltre un anno a chiarire le regole relative alla Sezione 230 del Communications Decency Act del 1996.
Un docente della Georgetown University, Andrew Jay Schwartzman, ha affermato che l’FCC non ha l’autorità per interpretare la Sezione 230, e anche se lo facesse “la regola che vuole Trump è assolutamente incompatibile con il linguaggio semplice dello statuto”.
Il mese scorso il commissario della FCC Geoffrey Starks aveva affermato che l’agenzia dovrebbe evitare il dibattito sulla responsabilità sociale delle piattaforme media.