Grandi notizie per il colosso del ride-sharing: martedì Uber ha infatti rivisto le sue prospettive per il terzo trimestre del 2021 e ora prevede che gli utili prima di interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento (EBITDA) siano positivi già a partire da questo trimestre; martedì mattina le azioni della società sono balzate sopra il 6% in pre-market alla Borsa di New York.
Con una dichiarazione depositata presso la Securities and Exchange Commission, Uber (NYSE:UBER) ha affermato di prevedere che l’EBITDA per il trimestre in corso si aggirerà tra un deficit di 25 milioni di dollari e un profitto di 25 milioni, in aumento rispetto alla proiezione originale della società di una perdita di 100 milioni; qualora l’EBITDA di Uber dovesse corrispondere alla fascia più alta di tale previsione, ciò segnerebbe anche il primo trimestre di redditività per l’azienda, come già fatto dal suo rivale nel settore del ride-sharing, Lyft (NASDAQ:LYFT), che nel secondo trimestre ha riportato la redditività dell’EBITDA.
Inoltre, Uber prevede che nel terzo trimestre le prenotazioni lorde saranno comprese fra 22,8 e 23,2 miliardi di dollari, con un leggero restringimento della fascia di 22-24 miliardi annunciata durante la chiamata degli utili del secondo trimestre. Lo scorso trimestre le prenotazioni lorde della società sono state pari a 21,5 miliardi di dollari, sostenute dal segmento della consegna cibo: si tratta del secondo trimestre consecutivo in cui viene registrato il massimo storico di prenotazioni lorde.
Nemmeno Khosrowshahi, però, prevedeva che la redditività sarebbe arrivata così presto: con una pandemia in piena regola che ha colpito il mondo meno di un anno dopo che Uber si è quotata in Borsa, l’azienda ha dovuto fare i conti con una grave carenza di conducenti, avvertendone l’impatto nella fase iniziale: per il secondo e terzo trimestre del 2020, i primi due completamente colpiti dalla pandemia, le prenotazioni lorde di Uber hanno infatti registrato una pesante flessione. Entro il quarto trimestre 2020, comunque, le prenotazioni lorde hanno ricominciato a registrare un aumento e le fortune dell’azienda hanno cominciato a girare.
“All’inizio abbiamo identificato la nostra necessità di portare più conducenti sulla piattaforma”, ha detto Khosrowshahi alla CNBC; “nel secondo trimestre ci siamo davvero affidati all’offerta, soprattutto negli Stati Uniti, per rinvigorire la nostra base di autisti e far crescere la nostra base di conducenti negli Stati Uniti. E lo stiamo vedendo ora – i vantaggi di questo investimento iniziale – nel terzo trimestre”.
Uber è ancora alle calcagna di Lyft, che lo scorso trimestre ha registrato la redditività dell’EBITDA, per di più prima del previsto. Sebbene la possibilità che il ride-sharing costituisca una fonte di guadagno sia stata a lungo messa in discussione, sembra dunque che stiano cominciando ad arrivare risposte in senso affermativo.
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