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    USA più “Socialisti” di Danimarca e Svezia sulle tasse per i ricchi

    Adrian VolenikBy Adrian Volenik06/07/2024 Altri Mercati 3 min. di lettura
    USA più "Socialisti" di Danimarca e Svezia sulle tasse per i ricchi
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    Un recente sondaggio rivela che gli americani sono più favorevoli a una tassa sul patrimonio rispetto ai cittadini di alcune delle nazioni più progressiste d’Europa. Il sondaggio, condotto da Ipsos e commissionato da Earth4All e dalla Global Commons Alliance, ha intervistato gli adulti della maggior parte delle maggiori economie del mondo, facendo emergere un forte desiderio globale di riforme fiscali rivolte ai ricchi.

    Circa due terzi (68%) delle persone in 17 Paesi del G20 sono favorevoli all’applicazione di una tassa patrimoniale sui ricchi per finanziare significativi cambiamenti economici e di stile di vita. Solo l’11% è contrario. Inoltre, il 70% è favorevole a un aumento delle aliquote fiscali sul reddito delle persone ricche, mentre il 69% è favorevole a un aumento delle aliquote fiscali sulle grandi imprese.

    L’Indonesia (86%), la Turchia (78%), il Regno Unito (77%) e l’India (74%) sono i Paesi più favorevoli a una tassa patrimoniale. Il sostegno è più basso in Arabia Saudita e Argentina, con il 54% di favorevoli in entrambi i Paesi.

    Negli Stati Uniti, il sostegno a questa idea è sorprendentemente alto: il 67% è favorevole a una tassa patrimoniale sui ricchi, eguagliando i livelli di Francia e Germania (rispettivamente 67% e 68%).

    È interessante notare che nazioni spesso etichettate come “socialiste” per i loro sistemi di welfare completi, come la Danimarca e la Svezia, hanno mostrato un minore supporto per una tassa sul patrimonio. Solo il 55% degli intervistati danesi e il 58% di quelli svedesi sono favorevoli a questa imposta, il che suggerisce che gli americani sono attualmente più favorevoli a questa riforma fiscale.

    Preoccupazioni per il cambiamento climatico

    Il sondaggio evidenzia anche le preoccupazioni globali sul cambiamento climatico. Una maggioranza significativa (71%) dei cittadini dei 18 Paesi del G20 ritiene che il mondo debba agire immediatamente entro il prossimo decennio per ridurre le emissioni di carbonio.

    Questa urgenza è sentita soprattutto in Messico (91%), Sudafrica (83%) e Brasile (81%). La preoccupazione più bassa, ma comunque significativa, si registra in Arabia Saudita (52%), Giappone (53%), Stati Uniti (62%) e Italia (62%).

    Priorità economiche e fiducia nel governo

    Il 68% degli intervistati in 17 Paesi del G20 ritiene che l’economia del proprio Paese debba dare priorità alla salute e al benessere delle persone e della natura, anziché concentrarsi sul profitto e sull’aumento della ricchezza.

    Allo stesso tempo, il 62% ritiene che il successo economico di un Paese debba essere misurato in base alla salute e al benessere dei cittadini, non solo in base alla velocità di crescita dell’economia.

    La fiducia nel governo è bassa. Solo il 39% delle persone ritiene che il proprio governo sia in grado di prendere decisioni che vadano a beneficio della maggioranza e solo il 37% si fida che il governo prenda decisioni a lungo termine che aiutino le persone tra 20 o 30 anni.


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