Grandi aspettative per l’appuntamento di quest’anno. Sono appena iniziati gli assaggi dell’annata 2024, che potrebbe eguagliare quella del 2014
Mai come quest’anno l’En Primeur di Bordeaux si presenta come un appuntamento chiave per il mercato. Gli assaggi sono appena iniziati e mancano i rating dei critici, ormai diventati fondamentali per la formazione dei prezzi. Lo scenario non è dei più favorevoli. La domanda mondiale è in calo, alcuni châteaux in difficoltà chiudono i battenti e su tutto gravano anche i dazi imposti da Trump alle importazioni dall’Ue. Alle sfide economiche si sommano quelle climatiche: il millesimo 2024 ha fatto registrare l’annata più piovosa dal 1992, e il raccolto più basso dal 1991. Non c’entrano gli espianti dei vigneti, che procedono a ritmi serrati, ma che riguardano i vini di qualità inferiore. La quantità limitata e la qualità, che si annuncia alta, potrebbero spingere in alto i prezzi, ma i rischi sono elevati. Il mercato devi vini pregiati è in declino, il Liv-ex 1000, benchmark del settore, è sceso del 24,1% negli ultimi due anni.
COLLEZIONISTI SEMPRE PIÙ ESPERTI
Comprare vini pregiati quando sono ancora in fase di maturazione è una scommessa sul futuro, perché gli assaggi En Primeur si fanno su prove da botte o tini dell’ultima vendemmia, che saranno disponibili sul mercato, in bottiglia, solo dopo 18-24 mesi. In teoria, il prezzo di acquisto è decisamente più basso di quello al momento dell’uscita reale su mercato. Ma si tratta, appunto, di una scommessa sull’andamento futuro. I courtiers, i mediatori, conoscono la qualità degli châteaux, l’andamento dell’annata, ma anche le richieste di quantitativi da parte dei négociants, ovvero i commercianti che acquistano, e dunque aiutano gli châteaux a fissare un prezzo di vendita dei loro vini. Una volta fissato queste etichette sono vendute quasi esclusivamente ai négociants, allo stesso prezzo uguale per tutti e allo stesso momento. Bisogna azzeccare l’andamento futuro. Quando il vento è favorevole, va bene. È nei momenti più difficili che le decisioni si fanno più attente. L’anno scorso gli hanno abbassato i prezzi in media del 22,5%, ma non è stato sufficiente. I collezionisti sono sempre più esperti e le annate 2023 sono state difficili da vendere, nonostante fossero più economiche delle 2022, come risulta dai dati del Liv-ex. E sì che tutti citano il caso esemplare di Château Margaux, icona mondiale del vino, che si è presentata lo scorso anno a 360 euro a bottiglia (ex-négociant) rispetto ai 516 euro di un anno prima. C’è più cautela, timore di fare un cattivo investimento…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.