Continua ad essere la valuta principale per il commercio e i flussi di capitali internazionali, la componente predominante delle riserve ufficiali, nonché la riserva di valore preferita dal settore privato durante i periodi di stress economico
Una crescita interna resiliente, tassi di interesse reali più elevati rispetto alle altre aree monetarie e una propensione globale per gli asset nazionali. Sono i principali fattori strutturali di cui ha beneficiato il dollaro statunitense negli ultimi anni dell’ultima fase rialzista. “Dal 1971, il biglietto verde ha attraversato tre cicli principali, con fasi rialziste e ribassiste della durata di dieci anni circa ciascuna. Cicli influenzati o dall’indebolimento della crescita statunitense o dal recupero degli altri Paesi. Al momento si stanno verificando entrambe queste condizioni, e questo lascia supporre che sia possibile una svolta ciclica al ribasso per i prossimi 12 mesi, soprattutto rispetto all’euro” fa sapere Jens Søndergaard, Analista valutario di Capital Group.
RALLENTAMENTO NEI DATI ECONOMICI STATUNITENSI
I dati economici statunitensi hanno registrato un certo rallentamento in un’ampia gamma di indicatori, in particolare si è visto un generale indebolimento della crescita dell’occupazione e una più prudente spesa al consumo. “La combinazione della continua incertezza a livello politico, delle pressioni associate ai dazi e del rallentamento del mercato del lavoro sono in grado di propiziare un trend di debolezza per l’economia, con la prospettiva di un ulteriore rallentamento in funzione del progressivo intensificarsi di questi fattori negativi” spiega Søndergaard…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.