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    Homepage » McDonald’s, cosa può dirci un Big Mac sulle valute globali

    McDonald’s, cosa può dirci un Big Mac sulle valute globali

    Robert SchultzBy Robert Schultz27/07/2020 Mercato Azionario 2 min. di lettura
    McDonald’s, cosa può dirci un Big Mac sulle valute globali
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    Il Big Mac, l’hamburger di punta di McDonald’s Corp (NYSE:MCD) può essere utilizzato per ben più che un pranzo al volo; infatti è possibile usarlo come benchmark per confrontare i valori delle valute e per capire se una valuta sia “sopravvalutata” o “sottovalutata” rispetto ad un’altra.

    Cos’è il Big Mac Index? Il Big Mac Index è un modo non ufficiale sviluppato nel 1986 dall’Economist come metodo per confrontare i valori di differenti valute.

    Sebbene sia nato come un modo spiritoso per confrontare le valute, in realtà diversi libri di testo economici e paper accademici hanno usato questo indice. L’Economist addirittura aggiorna i valori mensilmente e tiene traccia dei dati in oltre 15 valute diverse.

    L’indice è incentrato sull’idea che gli economisti definiscono ‘parità di potere di acquisto’.

    Cos’è la parità di potere di acquisto? È usata per confrontare prezzi differenti tra diversi Paesi per uno stesso bene; gli economisti spesso usano l’esempio del confronto del costo di un paniere di merci tra due Paesi.

    Fattori economici come l’inflazione e i tassi di cambio, che differiscono da Paese a Paese, tendono a modificare il costo di due merci simili.

    Il Big Mac Index viene utilizzato al posto di questo “paniere” di merci perché il Big Mac può essere trovato quasi ovunque nel mondo, e la maggior parte delle persone sa di cosa si tratta. La parità di potere di acquisto viene spesso utilizzata quando si confronta il PIL di due Paesi.

    Ecco un esempio Negli Stati Uniti un Big Mac costa 5,71 dollari, secondo i dati dell’Economist alla data del 23 luglio. Lo stesso hamburger costa 390 yen in Giappone.

    Pertanto, il tasso di cambio implicito è 68,30 ovvero 390 diviso per 5,71. Tuttavia la differenza tra il tasso di cambio implicito e il tasso di cambio effettivo è 107,2. Questo indice, quindi, ci dice che lo yen giapponese è sottovalutato del 36,3%, ovvero 107,2-68,30.

    Questo indice può essere utilizzato per confrontare le valute e può essere utilizzato dagli investitori per tenere traccia delle differenze economiche tra nazioni. Situazioni diverse in nazioni diverse potrebbero alterare il costo di un Big Mac.

    Dunque la prossima volta che mangi un hamburger, immagina di dare un morso all’economia mondiale.

    Foto per gentile concessione di McDonald’s.

    Big Mac Index The Economist

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