Al suo primo anno, l’ETF ‘vegan’ mostra le sue capacità

Ecco un fondo composto da un paniere di aziende che rispettano i requisiti ESG e che vantano fra i requisiti emissioni e sfruttamento animale pari a zero

Al suo primo anno, l’ETF ‘vegan’ mostra le sue capacità
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Se pensi che esista un ETF per tutto, è perché è quasi così: c’è anche un fondo per investimenti sul settore vegano e sull’attenzione al clima: lo US Vegan Climate ETF (NYSE:VEGN).

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Cosa è successo VEGN, che la scorsa settimana ha festeggiato il suo primo compleanno, segue il Beyond Investing US Vegan Climate Index. Questo benchmark è una propaggine dell’indice Solactive US Large Cap, ed è nato per dare agli investitori un’esposizione alle società con “zero sfruttamento animale e zero combustibili fossili, e rappresenta un portafoglio di titoli con emissioni di gas serra, di produzione di rifiuti e di utilizzo di acqua dolce inferiori alle aziende dell’indice S&P 500”, secondo Beyond Investing.

Perché è importante Ciò che rende VEGN importante e rilevante oggi è che questo nuovo fondo sta rispondendo a una domanda cruciale spesso posta riguardo agli ETF ambientali, sociali e di governance (ESG): la capacità di sovraperformare i fondi azionari standard.

“Dalla sua nascita fino alla fine di agosto del 2020, VEGN ha fornito il 27,69% di rendimento totale sul prezzo di mercato, rispetto al 19,75% dell’S&P 500. La performance è stata particolarmente solida in agosto, quando in termini effettivi l’ETF ha superato l’indice S&P 500 del 2,12%”, secondo Beyond Investing.

VEGN implementa nella costruzione del suo portafoglio una serie di indicatori relativi all’impatto ambientale, inclusi i gas con effetto serra, l’utilizzo e la produzione di acqua, il bene sociale, il beneficio ambientale, il danno ambientale e il danno sociale. Per molte aziende soddisfare questi criteri è difficile, di conseguenza VEGN ha 281 partecipazioni, un numero relativamente inferiore rispetto alla maggior parte dei fondi ESG sul mercato.

“Fin dal suo concepimento, Beyond Investing ha sempre evitato le aziende coinvolte in pratiche non etiche nei confronti degli animali, delle persone e del pianeta”, ha affermato l’emittente di VEGN; “il suo rigoroso processo di screening elimina le aziende implicate nello sfruttamento degli animali, nel lavoro minorile, quelle a elevata intensità di carbonio, quelle che si occupano di combustione o estrazione di combustibili fossili, di plastica monouso e di qualsiasi altra attività che si ritiene abbia un impatto significativamente negativo sull’ambiente”.

Cosa potrebbe succedere Come per molti ETF che rispettano i parametri ESG, VEGN, con tutte le aziende che esclude, finisce per essere sovrappesato sul tech e su altri settori ‘growth’, ma si tratta di una strategia che quest’anno sta premiando gli investitori. Cinque delle prime 10 partecipazioni dell’ETF, tra cui Apple (NASDAQ:AAPL) e Microsoft (NASDAQ:MSFT), provengono dal settore tecnologico.

Tuttavia oltre all’esposizione tecnologica VEGN ha anche qualche altra utilità, incluso l’incontro con le tendenze emergenti.

“Allo stesso modo, la domanda di carne e di latticini è diminuita per la prima volta in nove anni”, osserva Beyond Investing. “Lasciando da parte i collegamenti documentati tra distruzione ambientale, sfruttamento animale e l’emergere del COVID-19, le chiusure dei macelli a causa degli alti tassi di infezione dei lavoratori, con conseguente uccisione e smaltimento degli animali in azienda, sono stati disastrosi per il settore a livello di pubbliche relazioni. Al contrario, le vendite di prodotti a base vegetale sono aumentate”.