Facebook elimina rete di propaganda cinese

La rete cercava di influenzare le prossime elezioni presidenziali USA sui social

Facebook elimina rete di propaganda cinese
1' di lettura

Martedì Facebook Inc (NASDAQ:FB) ha dichiarato di aver rimosso una rete di account falsi che diffondevano propaganda e disinformazione negli Stati Uniti e nel sud-est asiatico riguardo alle rivendicazioni territoriali della Cina sul Mar Cinese Meridionale e sulla zona circostante.

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Cosa è successo Gli account falsi erano anche impegnati nella diffusione di messaggi sia a favore che contro il presidente USA Donald Trump e il suo rivale democratico Joe Biden, nonché contro l’ex candidato Democratico Pete Buttigieg, come affermato da Facebook in una dichiarazione apparsa per la prima volta su TechCrunch.

Il colosso social con sede a Menlo Park ha dichiarato di aver rimosso 155 account, 11 pagine, 9 gruppi e 6 profili Instagram per aver violato le sue politiche contro le interferenze straniere o governative, affermando che l’attività ha avuto origine in Cina.

L’indagine è stata condotta da Graphika Inc., società specializzata nell’analisi della disinformazione, che ha pubblicato un rapporto sulla rete intitolato ‘Operazione Naval Gazing’.

Gli account fake hanno utilizzato immagini rubate a persone autentiche o foto generate dall’intelligenza artificiale, secondo Graphika.

Perché è importante Graphika ha affermato che l’attività della rete è stata “relativamente limitata”, con soli 4.300 post pubblicati da quando è stata creata.

Questo mese, sia Facebook che Twitter Inc (NYSE:TWTR) hanno rimosso account russi che cercavano di allontanare gli elettori di sinistra di Biden e di influenzare le imminenti elezioni presidenziali USA.

Il mese scorso la società guidata da Mark Zuckerberg ha dichiarato di aver agito contro i movimenti QAnon e Antifa, che secondo Facebook “celebravano” atti violenti.

Twitter ha anche rimosso 7.000 account relativi a QAnon.

Movimento dei prezzi Lunedì le azioni Facebook hanno chiuso in rialzo di quasi il 2,7%, a 254,75 dollari, e nell’after-market sono scese di quasi lo 0,3%.