Mercoledì Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando per la prima volta il livello dei 20.000 dollari e facendo balzare dell’8,1% il Grayscale Bitcoin Trust (OTC:GBTC).
Un paio di settimane fa Bitcoin si è avvicinato ai massimi del 2017, a quota 19.850 dollari, prima di subire un arretramento; mercoledì la nota criptovaluta si è staccata da quel livello, e nelle prime contrattazioni del mattino scambiava a circa 20.523 dollari.
A marzo il prezzo di Bitcoin ha toccato il minimo a circa 3.600 dollari, ma da allora ha guadagnato circa il 440%, rendendo la criptovaluta uno degli asset con le migliori performance dall’inizio della ripresa di mercato; il rally di quest’anno ha finalmente reso redditizi anche gli acquisti effettuati durante la bolla del 2017.
Questa volta è diverso: Nigel Green, fondatore e amministratore delegato di deVere Group, ritiene che questo rally di Bitcoin sia diverso da quello del 2017.
“A differenza dei picchi precedenti, questa volta un importante fattore di prezzo sembra essere alimentato dal flusso di investitori istituzionali, che stanno costantemente aumentando la loro esposizione a Bitcoin e ad altre criptovalute”, ha affermato Green; “sono attratti dai buoni rendimenti che attualmente offre la classe degli asset digitali ma, cosa più importante, dall’enorme potenziale futuro che offre”.
Un altro fattore chiave nel rialzo di Bitcoin sono le preoccupazioni per l’impatto negativo che le misure di stimolo senza precedenti da parte del governo USA potrebbero avere sul dollaro; date le preoccupazioni sull’inflazione, nel 2020 anche l’SPDR Gold Trust (NYSE:GLD) ha registrato un rally del 21,9%.
Quest’anno gli investitori di Bitcoin sembrano essere sulla buona strada per una stagione natalizia molto felice. Coloro che detengono la criptovaluta sperano che il 2021 sia un anno molto migliore del 2018: l’ultima volta che il Bitcoin ha raggiunto i massimi storici, a dicembre 2017, il suo prezzo è poi crollato del 68,3% l’anno successivo.
Il punto di vista di Benzinga: azioni, obbligazioni, immobili e persino l’oro hanno una lunga e consolidata storia di performance di investimento, mentre Bitcoin e altre criptovalute esistono solo da poco più di un decennio.
L’offerta di criptovaluta è fissa, non ha il valore intrinseco di una quota azionaria o di un lotto di proprietà, e non ha il rendimento di un’obbligazione o di un certificato di deposito; pertanto, sul lungo periodo i prezzi delle criptovalute saranno determinati solo dai cambiamenti nella domanda a lungo termine da parte di investitori e utenti.