Xpeng ottiene linea di credito da 1,98 miliardi di dollari

Il capitale servirà ad alimentare i piani di espansione dell’azienda auto

Xpeng ottiene linea di credito da 1,98 miliardi di dollari
1' di lettura

Lunedì, il produttore cinese di veicoli elettrici Xpeng Inc (NYSE:XPEV) ha annunciato di essersi assicurata una linea di credito da cinque banche commerciali cinesi in occasione di un evento tenutosi a Guangzhou, in Cina; il recente accordo non solo aiuterà a gestire il capitale circolante, ma ottimizzerà anche il controllo dei costi.

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

Cosa è successo: come parte dell’accordo, Xpeng avrà accesso a 12,8 miliardi di yuan (circa 1,98 miliardi di dollari) come ampia linea di credito per sostenere ed espandere le proprie operazioni.

L’accordo è stato firmato con la Agricultural Bank of China, la Bank of China, la China Construction Bank, la China CITIC Bank e la Guangzhou Rural Commercial Bank.

Nella seconda settimana di dicembre Xpeng ha annunciato che l’offerta pubblica secondaria costituita dalla vendita di 55,2 milioni di ADS ha portato nelle casse dell’azienda 2,5 miliardi di dollari.

Perché è importante: Xpeng è l’unico produttore cinese di veicoli elettrici con due stabilimenti di proprietà. Nel 2020 le consegne di veicoli hanno raggiunto il picco di 27.041 unità, mentre la sua base clienti ha superato il traguardo delle 40.000 unità; queste consegne includono anche 100 SUV smart G3 spediti in Norvegia.

La scorsa settimana la casa automobilistica ha mostrato in anteprima il suo nuovo modello di berlina elettrica intelligente dotato di LiDAR (una tecnologia utilizzata per i veicoli autonomi), che dovrebbe entrare in commercio quest’anno.

L’IPO di Xpeng ad agosto ha portato proventi per 1,7 miliardi di dollari e da allora il titolo ha guadagnato circa il 109%.

Movimento dei prezzi: nel pre-market di martedì, all’ultimo controllo, le azioni XPEV risultano in rialzo dell’4,76% a 46,47 dollari.

Immagine cortesemente concessa da Wikimedia