Signal, impennata dei download per l’alternativa a WhatsApp

Per il CEO di Signal è arrivato il momento dell'app di messaggistica; la nuova informativa privacy di WhatsApp ed Elon Musk aiutano la spinta

Signal, impennata dei download per l’alternativa a WhatsApp
2' di lettura

Il co-fondatore di Signal, Brain Acton, ha affermato che il dilagare dell’indignazione per le modifiche apportate da Facebook Inc (NASDAQ:FB) alla politica sulla privacy di WhatsApp è “un’opportunità perché Signal possa brillare”, come ha riferito TechCrunch martedì.

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Cosa è successo: nel corso di un’intervista a TechCrunch, Acton ha dichiarato che nelle ultime settimane la base utenti di Signal è “esplosa” e che si sta discutendo molto in merito alla privacy online e alla sicurezza digitale.

“Per tre anni c’è stata una lenta combustione e poi un’enorme esplosione; adesso il razzo è in viaggio”, ha dichiarato Action riguardo all’impennata nell’utilizzo di Signal.

Il dirigente non ha rivelato i dettagli sull’aumento dei download, ma ha affermato che ora Signal si trova in cima alla classifica dei contenuti più scaricati dall’App Store di Apple Inc (NASDAQ:AAPL) in 40 Paesi e in quella del Google Play Store di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG) in altri 18.

Perché è importante: Signal è gestita da un’organizzazione no profit ed è fortemente incentrata sulla privacy; l’operatività dell’app dipende da sovvenzioni e investitori privati.

Acton è stato uno dei co-fondatori di WhatsApp; ha lasciato l’azienda dopo che questa è stata rilevata da Facebook nel 2014.

Elon Musk, amministratore delegato di Tesla Inc (NASDAQ:TSLA), questa settimana ha rivelato di aver fatto una donazione a Signal e che “donerà ancora”.

Il precedente sostegno a Signal da parte di Musk aveva portato all’adozione dell’app da parte di una miriade di utenti; un altro vantaggio per Signal sono i recenti aggiornamenti alla politica sulla privacy di WhatsApp effettuati dalla società madre Facebook.

La politica sulla privacy aggiornata rimuove le opzioni relative alla condivisione dei dati con Facebook, il che ha portato a una reazione negativa sui social media contro l’azienda guidata da Mark Zuckerberg.

Movimento dei prezzi: martedì le azioni Facebook hanno chiuso in ribasso di quasi il 2,2% a 251,09 dollari.