Non abboccare ai falsi allarmi su Treasury e crash dei Tech

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Gli strappi dei rendimenti a lunga americani vanno messi in prospettiva, sulla curva USA l’unico “tasso reale” sopra lo zero è quello a 30 anni

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“Il mistero da risolvere dei Treasury”, titolo di un grande giornale finanziario internazionale del 5 marzo. “Il mistero dei pronti termine USA”, titolo dello stesso quotidiano color salmone che si stampa a Londra, datato 19 settembre 2019, stessa firma. Allora erano stati i tassi overnight a schizzare “misteriosamente” a New York, ora sono i rendimenti del T-bond a 10 anni a comportarsi allo stesso modo, sempre “misteriosamente”. Non c’è bisogno di chiamare Agata Christie perché non c’è nessun mistero. I rendimenti dei Treasury sulle scadenze a 10 anni e oltre sono saliti in un movimento normalissimo quando l’economia riparte e potrebbe nel tempo far tornare anche un po’ d’inflazione. Il problema è solo la velocità, che ha un po’ agitato il mercato, ma che è dovuta, come l’impennata dell’overnight di un anno e mezzo fa, al fatto che, da dopo la grande crisi, l’attore di mercato che di solito si occupa di ammorbidire gli strappi violenti, vale a dire le banche, ha meno possibilità di farlo.

CUSCINETTI DI LIQUIDITÀ DELLE BANCHE

Il mestiere delle banche, da sempre, è fare da ammortizzatore sul mercato dei capitali, quando tutti vendono T-bond loro comprano, e quando tutti comprano, vendono. Di solito guadagnandoci. Solo che dal 2008 sono costrette a mantenere cuscinetti di liquidità aggiuntivi per ragioni prudenziali, ulteriormente rafforzati causa Covid, che ne limitano la capacità di fare trading, per cui movimenti che in tempi normali impiegano settimane o mesi possono precipitare in poche sedute. Nel caso dell’overnight ci furono anche scadenze fiscali a prosciugare la liquidità delle banche, costringendo la Fed a intervenire con lo strumento del “pronti contro termine”, vale a dire comprare titoli a pronti immettendo la liquidità necessaria per poi rivenderli con calma a termine una volta passata la buriana. Questa volta invece la Fed ha lasciato fare, non è corsa a comprare T-bond, facendo quello che avrebbero dovuto le banche, che però non potevano per non smarginare sui buffer di liquidità. Ed ha fatto bene…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.