Le azioni resilienti vanno oltre la distinzione value-growth

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Per AllianceBernstein il fattore chiave della performance nel dopo Covid sarà la capacità di generare utili sostenibili, a prescindere dallo stile

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Il dibattito tra i sostenitori dello stile value e dello stile growth non si è esaurito. Nel prolungato rialzo successivo alla grande crisi finanziaria le azioni growth hanno largamente sovraperformato le value, in tempi recenti sono state queste ultime a registrare un rimbalzo, nella prospettiva di una ripresa economica che dovrebbe favorire i titoli dei settori più ciclici. Nel considerare i vantaggi dell’uno o dell’altro “stile”, fanno osservare in AllianceBernstein, gli investitori dovranno tener conto che i multipli prezzo-utili si attestano sui massimi dagli anni Novanta del secolo scorso, il profilo di rischio complessivo del mercato azionario aumenta e questo, sostengono, dovrebbe avvantaggiare le aziende di elevata qualità con un rapporto prezzo/utili ragionevole e profitti trasparenti.

LA QUALITÀ LEGATA ANCHE ALLA RAPIDITÀ DI RECUPERO DELLA REDDITIVITÀ

Bisogna andare dunque oltre la dicotomia value/growth, per cogliere il vero potenziale di ogni singola impresa, spiegano in AllianceBernstein, ci sono aspetti più importanti da valutare, anche perché la normalizzazione post- Covid sarà diversa rispetto alle precedenti fasi di uscita da una recessione. Ciò che occorre considerare in primo luogo, sostengono, è se la qualità offerta da un titolo sia disponibile a un costo ragionevole, qualità che in questa crisi senza precedenti, è legata alla rapidità con cui la singola impresa riuscirà, di pari passo con il miglioramento delle condizioni economiche, a recuperare sul fronte degli utili…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.