Capital Group fa il punto sulle prospettive inflazionistiche Usa e globali e vede aumentata la probabilità che la Fed riduca gli acquisti di asset prima del previsto, ritoccando i tassi
L’inflazione Usa ha sorpreso al rialzo in aprile anche a livello di indice ‘core’, che esclude alimentari ed energia ed è molto guardato dalla Fed, che nei prossimi mesi si spingerà probabilmente ben oltre il 2,25% restando a quel livello per un periodo prolungato. In pratica viene raggiunto l’obiettivo della Federal Reserve, anche se mancano ancora importanti passi avanti dell’occupazione, e cresce la probabilità che la banca centrale riduca gli acquisti di asset prima del previsto. I rendimenti nella parte centrale della curva dei Treasury, tra 5-7 anni, dovrebbe anticipare il trend, e forzare la stessa Fed a variare la tempistica di rialzo dei tassi di interesse, attualmente previsto non prima del 2023.
DATI ANCORA TROPPO VOLATILI
Lo sostiene un commento di Jared Franz, economista di Capital Group, aggiungendo però che i dati sono ancora troppo volatili e le prospettive troppo incerte perché la Fed possa procedere a importanti aggiustamenti. Ma la situazione potrebbe cambiare, e a fronte di solidi dati sull’occupazione e degli stimoli fiscali, in aggiunta a un’inflazione core che dovesse attestarsi sopra il 2,5%, secondo l’esperto di Capital Group la Fed inizierebbe il tapering e aumenterebbe i tassi prima del previsto. Qualche indicazione dovrebbe arrivare dal FOMC il 16 giugno…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.