Lo stimolo fiscale aumenta il divario tra Usa e resto del mondo

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Gli esperti di Columbia Threadneedle Investments analizzano l’impatto dell’aumento dell’inflazione nelle principali aree economiche, dagli Stati Uniti al Regno Unito, dall’Unione Europea fino alla Cina

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Sul fatto che nel corso di quest’anno si verificherà un aumento quantomeno temporaneo dell’inflazione c’è un vasto consenso. La causa sono ‘gli effetti base’ e il recente rimbalzo dei prezzi dell’energia. L’entità del rialzo dipende tuttavia da una serie di fattori, come ad esempio l’incisività dello stimolo fiscale negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Biden ha varato stimoli da 1.900 mld di dollari per rinvigorire la domanda interna. L’impatto sull’inflazione dipenderà in parte da quanto i moltiplicatori dello stimolo saranno determinati dalle restrizioni legate al COVID degli ultimi mesi, il che significa che i consumatori ne spenderanno una parte decisamente inferiore rispetto a quanto avrebbero fatto altrimenti.

IL TEMA DELLA DOMANDA REPRESSA

Sono le considerazioni di Adrian Hilton, Responsabile tassi globali e debito dei mercati emergenti e Edward Al-Hussainy, Analista senior tassi d’interesse e valute, di Columbia Threadneedle Investments, in un’analisi dedicata alle manifestazioni dell’inflazione nelle varie aree del mondo. Un altro aspetto messo in rilievo dai due esperti di Columbia è il concetto di domanda repressa, in particolare negli Stati Uniti, dove i depositi bancari sono cresciuti di tremila miliardi di dollari dall’inizio della pandemia, con circa duemila miliardi di risparmio in eccesso rispetto al normale andamento. Questi risparmi alla fine saranno convertiti in domanda del settore privato, ma non bisogna speculare troppo su quanta domanda repressa possano davvero rappresentare…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.