Mercoledì General Motors Co (NYSE:GM) ha dichiarato che l’attuale crisi dei semiconduttori e l’aumento dell’inflazione delle materie prime potrebbero costare alla società 2-3 miliardi di dollari nella seconda metà di quest’anno.
Cosa è successo
La casa automobilistica n. 1 degli Stati Uniti prevede che la carenza di chip proseguirà nella seconda metà dell’anno, con un terzo trimestre che verrà colpito più duramente rispetto a quanto precedentemente stimato da GM, come ha dichiarato agli investitori il CEO, Paul Jacobson, in occasione della conferenza virtuale Global Auto Industry Conference di Deutsche Bank.
Secondo quanto affermato da Jacobson, la casa automobilistica prevede che il contesto caratterizzato da un basso livello di scorte proseguirà anche nel 2022 se la domanda resta solida.
Le maggiori spese previste per il secondo semestre sono dovute principalmente all’inflazione delle materie prime, che costringerà l’azienda a spendere 1,5-2 miliardi di dollari in più rispetto alla prima metà dell’anno, come ha spiegato Jacobson.
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Perché è importante
Secondo quanto dichiarato all’inizio della giornata, la casa automobilistica di Detroit ora stima che il suo EBIT rettificato per il primo semestre sarà compreso fra 8,5 e 9,5 miliardi di dollari grazie alla domanda crescente e al miglioramento della produzione a breve termine dovuta alla spinta in avanti nell’ambito dei semiconduttori dal terzo trimestre, in rialzo dalla precedente stima di 5,5 miliardi di dollari.
L’attuale crisi dei chip è iniziata l’anno scorso dopo che le fabbriche automobilistiche e di elettrodomestici hanno riaperto in seguito ai lockdown e la domanda ha avuto una ripresa maggiore del previsto; le case automobilistiche si sono affrettate a realizzare prima i loro modelli più fruttuosi registrando livelli minimi di scorte.
Movimento dei prezzi
Mercoledì le azioni GM hanno chiuso in aumento dell’1,56% a 61,76 dollari.