Obbligazioni indicizzate per proteggersi dall’inflazione, ma attenzione alla complessità

1' di lettura

Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions e Manesh Mistry, Investment Analyst di Pictet AM, spiega come funzionano le trappole della repressione finanziaria e come evitarle

Ricevi una notifica con le ultime notizie, i nostri articoli e altro ancora!

L’inflazione sta salendo e gli investitori sono alla ricerca di protezione, come le obbligazioni indicizzate, ma sono strumenti complessi e bisogna esserne consapevoli. In America la pressione sui prezzi sta ricominciando a montare, resta da vedere se sia un elemento intrinseco alla ripresa o se sia un fenomeno temporaneo. In ogni caso, gli investitori prestano sempre più attenzione alle obbligazioni protette dall’inflazione o indicizzate, perché un cambiamento delle aspettative di inflazione può portare scompiglio nei portafogli a reddito fisso, costringendo gli investitori a cercare rendimenti più elevati, che però spingono i prezzi delle obbligazioni verso il basso.

PREMIO RIDOTTO ALL’OSSO PER GLI INVESTITORI

Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions e Manesh Mistry, Investment Analyst di Pictet AM, spiega che normalmente i rendimenti compensano gli investitori con un tasso al di sopra dell’inflazione, una ricompensa limitata in proporzione alla sicurezza dei titoli, che nel caso dei bond governativi negli ultimi anni si è ridotta all’osso. Per cui basta un leggero aumento delle aspettative di inflazione per cancellare anni e anni di rendimenti. Le obbligazioni indicizzate invece esistono per aiutare gli investitori a minimizzare questo rischio e hanno acquisito popolarità nella loro versione moderna sulla scia dell’inflazione degli anni ’70, strada aperta dal governo britannico con la creazione dei Gilt indicizzati…

Continua la lettura

Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.