Prezzo delle materie prime e inflazione: la previsione di Goldman Sachs

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Un forte aumento, soprattutto di materie prime agricole e carburanti, potrebbe impattare l’inflazione, ma solo a breve termine: secondo gli strategist non si profilano scenari da anni ’70

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Il recente rally dei prezzi delle commodity può anche continuare, ma il suo impatto sull’inflazione è destinato a restare incrementale e misurabile in una manciata di punti base in corso d’anno sui principali indici che misurano i prezzi al consumo in Usa, come il Pce core. In seguito l’inflazione è destinate comunque a rientrare anche se i prezzi delle materie prime restano alti, ma c’è comunque il rischio che un aumento consistente di questi prezzi, soprattutto alimentari e dei carburanti, abbia l’effetto di disancorare le aspettative di inflazione a breve termine. In ogni caso, a differenza degli anni ’70, le oscillazioni dei prezzi delle commodity negli ultimi decenni, anche se estreme, hanno avuto solo effetti minori sulle attese di inflazione a lungo termine, e questo resta il caso anche per il recente boom delle commodity.

L’IMPATTO SUGLI INDICI DELL’INFLAZIONE

Sono le conclusioni cui giunge una Economic Research di Goldman Sachs firmata da Ronnie Walker, che parte dal rialzo messo a segno dai prezzi delle commodity sin dall’inizio della pandemia, con ad esempio i prezzi del legno ormai dell’83% sopra i livelli pre-crisi, quelli dei metalli industriali cresciuti del 42%, e quelli dei prodotti agricoli del 36%, mentre i prodotti energetici sono a +20%. Gli strategist di Goldman Sachs prevedono ulteriori rialzi, ma Walker si interroga sugli effetti dell’inflazione, sia perché alimentari e energia impattano direttamente gli indici dei prezzi al consumo, sia perché tutte le commodity hanno un effetto sui costi di beni e servizi e alla fine impattano indirettamente…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.