Cina, per Pictet Asset Management paure ingiustificate sui titoli tecnologici

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Mario Amabile, Investment Specialist di Pictet Asset Management, ritiene che i grandi player digitali siano in grado di reggere l’urto della nuova regolamentazione, e resta costruttivo sulle aziende di internet cinesi

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La stretta regolamentare di Pechino in molti settori ha spaventato gli investitori, con i colossi tech particolarmente penalizzati. La Cina sta ricalibrando le sue priorità cercando di elevare il tenore di vita e non punta più alla crescita di breve, ma a lungo termine e più sostenibile. Per questo ha varato un’ampia revisione normativa, per ridurre i costi dell’istruzione, delle abitazioni, della sanità e della previdenza, mirando a rafforzare la fiducia dei consumatori, perché riducano i risparmi in eccesso, spendano di più e facciano più figli. Il nuovo corso è iniziato nel 2016 con la riorganizzazione del settore finanziario, la riduzione dell’indebitamento delle banche e il freno al sistema bancario ombra, e i prossimi passaggi riguarderanno internet e saranno presentati al congresso del Partito Comunista nel 2022.

CONTRASTO ALLE DISEGUAGLIANZE

Mario Amabile, Investment Specialist di Pictet Asset Management, aggiunge in un’analisi che il tutto dovrebbe aprire la strada alla riduzione delle disuguaglianze sociali con un aumento delle imposte sul reddito di persone e società, un aumento delle tasse sugli immobili e di successione e la promozione delle donazioni. Nel breve termine una patrimoniale appare invece improbabile. Secondo l’esperto di Pictet AM, il nuovo assetto normativo è particolarmente interessante in ottica ESG, poiché implica requisiti più stringenti in materia ambientale, sociale e di governance, e principi etici che promuovano una crescita più responsabile. Gli investitori dovrebbero accoglierle con favore, perché gran parte delle grandi società internet cinesi sono strutturate per poter assorbire aumenti dei costi…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.