Ecco perché l’energy crunch è davvero un rischio anche per i mercati finanziari

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Tra i problemi che agitano i mercati, l’energy crunch è il più temibile perché, a differenza della pandemia, è strutturale. Ma la transizione verde deve diventare occasione di crescita e business

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Come da manuale, settembre ha chiuso con il segno meno per i mercati azionari, confermando la serie storica che dal 1945 vede il mese unico dei 12, seguito da febbraio, a segnare una media negativa. Ottobre è partito ruggente a Wall Street, ma più sulla spinta di situazioni particolari, come Merck balzata dell’8,5% sull’onda del farmaco antivirus, che come movimento corale. Forse è ancora inappropriato parlare di correzione, ma l’insieme delle azioni quotate sul NYSE viaggia il 2,4% sotto la media mobile a 50 giorni, con il 14% dei titoli sotto di almeno il 20% e ben il 49% dei titoli di oltre il 10%. Questo secondo i calcoli di Bespoke. I motivi di nervosismo per gli investitori non mancano, dal rallentamento economico che si fa sentire soprattutto in Cina ma comincia a mandare qualche segnale anche in Usa, a un’inflazione che soprattutto in Europa ma anche in America si sta mostrando un po’ meno temporanea di quanto indicato dalla Fed, fino al tormentone del tetto all’indebitamento federale, con il pericolo di shutdown per ora scongiurato, ma con lo spettro ancora sullo sfondo, anche se del tutto improbabile, di un default tecnico della superpotenza.

TURBOLENZE DI BREVE PERIODO

Per default tecnico si intende la temporanea incapacità di onorare gli impegni sul debito. C’è solo un precedente storico, che risale al 1979 in era Carter, quando il Tesoro Usa non riuscì per qualche settimana a pagare la cedola sui titoli a 3 mesi, facendo schizzare i rendimenti. Fin qui siamo comunque nel campo delle turbolenze di breve periodo, destinate a rientrare, che da sempre rappresentano un’ottima opportunità di ingresso a prezzi scontati. Me negli ultimi tempi si è aggiunto un altro fattore, decisamente minaccioso, che va sotto la voce di ‘energy crunch’, e che ha sia aspetti congiunturali che strutturali. Il credit crunch, vale a dire la strozzatura del credito che vedeva le grandi banche mondiali diffidare una dell’altra fino a chiudere il rubinetto dei prestiti anche sulla scadenza overnight, fu la bestia nera della grande crisi post-Lehman…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.