L’uomo più ricco d’Australia ha citato in giudizio Meta Platforms Inc (NASDAQ:FB), la società che gestisce Facebook, sostenendo che quest’ultima avrebbe violato le leggi antiriciclaggio e che il social network viene utilizzato per truffare i cittadini australiani.
Cosa è successo
Andrew Forrest ha presentato in Australia una denuncia penale contro la società guidata da Mark Zuckerberg.
Forrest, che è il presidente di Fortescue Metals Group Ltd (OTC:FSUGY), ha dichiarato nell’esposto che il colosso dei social media non è riuscito a impedire ai criminali di utilizzare pubblicità false con personaggi famosi, incluso lui; questi annunci sono stati poi usati per fare delle truffe, secondo un report del Sydney Morning Herald.
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“Qui sto agendo per gli australiani, ma sta accadendo in tutto il mondo”, avrebbe detto Forrest secondo una dichiarazione riportata dal The Herald.
“Ci impegniamo a tenere queste persone lontane dalla nostra piattaforma”, ha fatto sapere un portavoce di Facebook, secondo il report.
Perché è importante
Secondo il team di Forrest, è la prima volta che Facebook affronta una denuncia penale in una qualsiasi parte del mondo. Come ha osservato il The Herald, Forrest ha utilizzato una disposizione della legge australiana che consente ai privati cittadini di intentare azioni penali con l’assenso del procuratore generale del Paese.
Secondo quanto riferito, nel 2019 il miliardario e magnate dei minerali ferrosi avrebbe fatto appello a Zuckerberg affinché fermasse gli annunci pubblicitari che promuovevano truffe in criptovalute.
Comunque, Forrest non è l’unico miliardario il cui nome è stato sfruttato per effettuare crypto truffe.
L’uomo più ricco del mondo, il CEO di Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) Elon Musk, ha dovuto affrontare una situazione analoga. Le truffe eseguite in suo nome hanno fatto perdere soldi alla gente.
Nel 2020 Musk aveva definito Facebook “patetico” in risposta a un tweet dell’attore Sacha Baron Cohen.
Movimento dei prezzi
Nella sessione after-hours di mercoledì le azioni Meta sono crollate del 22,9% a 249,05 dollari; le azioni avevano chiuso la sessione regolare in rialzo dell’1,25% a 323 dollari.
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