Il Bitcoin diventa rifugio degli oligarchi russi

Il Bitcoin diventa rifugio degli oligarchi russi
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Dopo l’introduzione di pesanti sanzioni contro la Russia da parte degli Stati Uniti e Unione Europea, le criptovalute sono in deciso rialzo. E c’è già chi le considera il nuovo bene rifugio in tempo di guerra

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Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, il Bitcoin è salito del 13%. Al momento la criptovaluta più conosciuta viene scambiata a 43.400 dollari, mentre l’Ethereum vale 2.900 dollari. In tempo di guerra, quindi, non cresce solo la domanda di beni rifugio come oro e bond, ma anche le cripto fanno un balzo, dopo settimane di ribassi. Difficile stabilire a cosa siano dovuti i movimenti rialzisti, ma dopo il blocco selettivo dello Swift e il crollo del rublo, per gli oligarchi russi il Bitcoin potrebbe diventare un modo per aggirare le sanzioni.

GLI OLIGARCHI PERDONO SOLDI

La guerra in Ucraina costa circa 40 miliardi di dollari al giorno ai 20 più ricchi oligarchi russi. Il blocco dello Swift, il circuito globale di comunicazione dei pagamenti bancari, creerà altri disagi, nonostante il ripiego verso il sistema di pagamento cinese. In questo scenario, con la Borsa di Mosca che è rimasta chiusa per il secondo giorno consecutivo e con la banca centrale russa che ieri ha aumentato del 20% i tassi di interesse, le criptomonete potrebbero offrire una via d’uscita ai ricchi di Mosca…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.