Nelle ultime settimane il mercato del nichel ha vissuto nel caos. I prezzi infatti sono balzati a livelli senza precedenti prima di andare in caduta libera a causa di problemi di approvvigionamento e di aver registrato un inaspettato short squeeze da parte di uno dei maggiori produttori di acciaio al mondo.
Il nichel è uno degli elementi metallici più comuni al mondo e serve per realizzare acciaio inossidabile, batterie, monete e altre applicazioni metalliche.
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Come il conflitto Russia-Ucraina ha fatto salire i prezzi del nichel
La Russia è uno dei maggiori produttori mondiali di nichel, fornendo circa il 20% del nichel di classe 1, utilizzato principalmente nella produzione di acciaio inossidabile e batterie per auto elettriche; i dati della società di ricerche di mercato Statista hanno mostrato che nel 2020 la Russia era il principale esportatore mondiale di prodotti a base di nichel e di nichel steso, per un valore di circa 3,02 miliardi di dollari.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha suscitato timori di una crisi di approvvigionamento; questo perché la Russia è stata colpita da una serie di sanzioni economiche che gli importatori di altre materie prime russe, come il petrolio, intendono evitare.
Lo short squeeze che ha fatto impennare i prezzi
Oltre ai timori sull’approvvigionamento dovuti all’attuale conflitto in Ucraina, uno short squeeze ha coinvolto Tsingshan Holding Group, il maggior produttore di nichel al mondo; questo evento è stato alla base dell’impennata dei prezzi del nichel.
La società cinese ha infatti preso una posizione short su 200.000 tonnellate di nichel al London Metal Exchange (LME); mentre il prezzo saliva durante i primi giorni della crisi ucraina, però, la posizione short della società veniva lasciata allo sbando, preparando il terreno per una perdita da 8 miliardi di dollari.
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Tsingshan ha recentemente firmato un accordo per evitare ulteriori richieste di margine, guadagnando tempo per tagliare la posizione sul nichel mentre i mercati si stabilizzano.
LME costretto a sospendere le contrattazioni
L’8 marzo i timori relativi allo short squeeze e all’approvvigionamento hanno fatto salire i prezzi del nichel di oltre il 50% a 100.000 dollari per tonnellata; si tratta di un aumento considerevole rispetto ai circa 25.000 dollari per tonnellata della settimana prima.
L’impennata ha spinto il London Metal Exchange (LME) a sospendere il trading del nichel e a imporre limiti di prezzo per mantenere la stabilità.
Dalla ripresa degli scambi, i prezzi hanno registrato una caduta libera a causa dei bassi volumi di scambio e dei timori per lo stato della posizione short di Tsingshan; infatti martedì alle 10:30 GMT il benchmark a tre mesi sul nichel al LME era in calo del 2,2% a 32.000 dollari per tonnellata.
Nichel D1
La volatilità dei prezzi del nichel e le implicazioni per i produttori di auto elettriche
L’aumento dei prezzi del nichel potrebbe far aumentare ulteriormente i costi delle auto elettriche, essendo uno dei materiali chiave utilizzati per produrre le batterie; Adam Jonas, analista automobilistico di Morgan Stanley, aveva recentemente avvertito che le auto elettriche potrebbero costare 1.000 dollari in più negli USA a causa dell’impennata del nichel.
Ciò potrebbe danneggiare i margini delle case automobilistiche elettriche e ostacolare la crescita del fiorente mercato in un momento in cui Cina, Europa e Stati Uniti passano ai veicoli elettrici.
La carenza e l’impennata di prezzo del nichel hanno costretto alcuni produttori come Tesla (NASDAQ:TSLA) a cercare altri materiali per le batterie; alla fine di febbraio l’amministratore delegato Elon Musk ha twittato che la maggior preoccupazione di Tesla per l’aumento della produzione di celle agli ioni di litio è proprio il nichel.
“Ecco perché stiamo orientando le auto ad autonomia standard verso il catodo di ferro”, ha dichiarato Musk. Tesla ha recentemente aumentato i prezzi delle sue auto Model 3 e Model Y negli Stati Uniti e in Cina (il maggior mercato automobilistico al mondo) a causa dei prezzi delle materie prime.
Anche i suoi rivali in Cina, tra cui XPeng (NYSE:XPEV), Li Auto (NASDAQ:LI) e BYD (HKG:1211), hanno annunciato aumenti dei prezzi; tuttavia, NIO (NYSE:NIO), un altro player locale, la settimana scorsa ha dichiarato che al momento non toccherà i prezzi; l’annuncio arriva nonostante il fatto che l’azienda abbia arrancato in termini di vendite per cinque mesi consecutivi rispetto alle aziende rivali XPeng e Li Auto.
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