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    Homepage » Draghi vola in Algeria per firmare un accordo sul gas

    Draghi vola in Algeria per firmare un accordo sul gas

    Giada PalmaBy Giada Palma11/04/2022 Altri Mercati 3 min. di lettura
    Draghi vola in Algeria per firmare un accordo sul gas
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    Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è oggi in Algeria per firmare un nuovo accordo con il paese sulle forniture di gas naturale.

    Il gas russo rappresenta attualmente il 40,7% delle importazioni, subito seguito dall’Algeria, dalla quale l’Italia importa 21 miliardi di metri cubi attraverso il gasdotto Transmed che attraversa il Mar Mediterraneo.

    Le forniture russe giungono invece in Italia per mezzo del gasdotto TAG (acronimo di Trans Austria Gas) attraversando Ucraina, Slovacchia e Austria, del Turkstream, del Blue Stream e del Nord Stream 1, attraversando rispettivamente Mar Nero e Mar Baltico.

    Dal 2004 inoltre l’Italia viene rifornita dalla Libia attraverso il Greenstream.

    Ecco un dettaglio delle forniture italiane:

    I termini del nuovo accordo

    Attraverso il nuovo accordo con l’Algeria, si punta ad aggiungere tra i 9 e i 10 miliardi di metri cubi alle alltuali forniture, sorpassando così le forniture russe, che attualmente ammontano a 29 miliardi di metri cubi l’anno, riporta Bloomberg.

    La decisione di incrementare le forniture algerine avviene in accordo con la politica dell’Unione Europea, che cerca faticosamente di rendersi indipendente da Mosca mentre questa ha già chiesto il l’adempimento dei contratti in essere in rubli.

    La Lituania è riuscita di recente a rendersi totalmente indipendente dalle forniture di gas russo, diventando così il primo tra i 27 Stati membri dell’UE a raggiungere questo traguardo.

    Un’indipendenza dalla Russia è però più difficile per paesi come Germania e Italia, che vedono la Russia al primo posto tra i fornitori di gas naturale.

    Il progetto dell’Unione Europea

    L’Unione Europea programma di ridurre le sue importazioni di due terzi entro la fine dell’anno corrente, portandole a zero entro il 2030; le strategie utilizzate consisterebbero nella riduzione dei consumi, l’incentivazione delle rinnovabili quali solare ed eolico e la ricerca di fonti alternative.

    Matteo Villa, research fellow presso l’ISPI, aveva messo a confronto i progetti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) e dell’Unione Europea alla fine della settimana scorsa.

    Sul fatto che le rinnovabili non bastino in nessun modo, ti rimando ai due piani esistenti.

    Quello IEA più plausibile, 20 miliardi di euro.
    Quello della Commissione UE no, 120 miliardi di euro.

    A quel prezzo, rinnovabili ed efficienza sostituiscono dal 13% al 26% di gas russo. pic.twitter.com/yCrW6nzpNT

    — Matteo Villa (@emmevilla) April 8, 2022

    La Germania sta puntando molto sull’energia rinnovabile e sul GNL, come dimostra il recente accordo di fornitura con il Qatar, mentre anche la Polonia cerca di limitare l’esposizione alle forniture russe stipulando nuovi accordi con l’Arabia Saudita, gli Stati Uniti e la Norvegia.

    In questo senso è già stato raggiunto un accordo con gli Stati Uniti per la fornitura di gas naturale liquefatto, il cosiddetto GNL; gli Stati Uniti infatti hanno promesso una fornitura pari a 50 miliardi di metri cubi entro il 2030.

    Gli altri attori

    Draghi è accompagnato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio, dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e dall’AD di Eni, Claudio Descalzi.

    La presenza di Eni SpA (BIT:ENI) non è irrilevante. Eni infatti opera in Algeria da oltre 40 ani e aveva annunciato una scoperta significativa di gas e petrolio il mese scorso, come riporta la rivista online Formiche. Una partnership con la raffineria Sonatrach SpA potrebbe condurre ad un’accelerazione delle forniture già nel terzo trimestre del 2022.

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