Il gas scoperto a Cipro non farà abbassare i prezzi

Il mega-giacimento appena scoperto può sostituire solo il 10% del gas in arrivo dalla Russia

3' di lettura

Oggi Eni ha annunciato un’importante scoperta di gas naturale al largo di Cipro. 

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In un momento in cui in Europa scarseggia il gas, a causa dei blocchi dell’export russo, la scoperta annunciata oggi sembra gettare un minimo di ottimismo. Tuttavia prima che si possa realmente estrarre e vendere il gas del nuovo giacimento occorrerà almeno un anno, se non di più. 

Il nuovo giacimento

Il nuovo giacimento è stato scoperto a 2.287 metri di profondità sul fondale del Mar Mediterraneo a circa 160 chilometri al largo dell’isola di Cipro. Le stime preliminari indicano un potenziale di circa 2,5 TCF (trilioni di piedi cubi) di gas, con la possibilità di aumentare ancora grazie ad un ulteriore pozzo esplorativo.

2,5 TCF equivalgono a circa 71 miliardi di metri cubi, ovvero più o meno quanto l’interno consumo di gas naturale in Italia in un solo anno. 

Perché questo non incide sul prezzo del gas

Quindi non solo occorreranno anni prima che tutto il gas estratto dal nuovo giacimento arrivi sui mercati europei, ma non basterà nemmeno in parte a sostituire quello proveniente dalla Russia. 

Basti pensare che in un solo anno l’Italia dalla Russia importava poco meno di 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno, prima della guerra in Ucraina, quindi anche immettendo sul mercato italiano il 100% di tutto il gas che si potrebbe estrarre dal nuovo giacimento lo si esaurirebbe in poco più di due anni. 

Tuttavia Eni afferma anche che la nuova scoperta “crea le condizioni per portare a sviluppo ulteriori potenziali volumi di gas nella regione”, ovvero nella speranza che dai fondali marini attorno a Cipro possa essere estratta una grande quantità di gas che possa sopperire perlomeno in parte alla carenza di gas russo. 

Da notare però che non solo occorrerà del tempo prima di poter estrarre e mettere sul mercato quel gas, ma se ne potrà mettere sul mercato solo una piccola porzione ogni anno. Qualora ad esempio quei 71 miliardi di metri cubi venissero immessi sul mercato nel corso dei prossimi 20 anni, la media sarebbe solo di 3,55 miliardi di metri cubi l’anno, ovvero poco più di un decimo di quanto l’Italia importa solitamente dalla Russia. 

Nei fondali marini tra Cipro, Israele e Turchia è stata comunque individuata una vasta estensione di fondale ricco di gas naturale, tanto da essere stata ribattezzata “Leviathan“. È possibile che insistendo nelle ricerche si possano ottenere risultati anche molto più interessanti dei 2,5 TCF scoperti fino ad ora. 

Sul breve periodo queste scoperte non avranno impatto alcuno sulla disponibilità, e quindi sul prezzo, del gas naturale in Europa, ma sul medio e soprattutto lungo periodo potrebbero giocare un ruolo importante nella riduzione degli acquisti dalla Russia, peraltro già in atto. 

La Russia è il secondo maggior produttore di gas naturale al mondo, dopo gli USA, ma è di gran lunga il primo esportatore, con oltre 200 miliardi di metri cubi all’anno. Sarà quindi praticamente impossibile fare a meno del gas russo.

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