La Fed alla sfida di contrastare l’inflazione a quasi tutti i costi

La Fed alla sfida di contrastare l’inflazione a quasi tutti i costi
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Generali Investments, in un commento del Senior Economist di Paolo Zanghieri, sottolinea i rischi per la crescita di una politica monetaria restrittiva a lungo: Powell vuol evitare un impatto troppo duro sul lavoro

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Oltre al previsto aumento di 75 punti, la Fed si è mostrata determinata a inasprire le condizioni monetarie a un ritmo ancora più rapido e prevede di mantenere i tassi a un livello restrittivo più a lungo. I messaggi piuttosto aggressivi dei “dots” dei membri del Fomc e della conferenza stampa di Powell miravano a dissipare la percezione del mercato secondo cui la Fed potrebbe rinunciare a mantenere i tassi alti a lungo per timori di recessione. La banca centrale invece riconosce che l’elevata probabilità di un atterraggio duro, anche con una recessione, è il male minore rispetto al radicamento dell’inflazione nelle aspettative, mentre un’azione ritardata sarebbe alla fine molto più dolorosa.

VERSO UN AUMENTO ANCHE NEL 2023

È l’analisi di Generali Investments firmata dal Senior Economist Paolo Zanghieri, secondo cui la Fed punta ad aumentare i tassi di altri 125 punti entro dicembre, anche se Powell ha evidenziato che c’è un numero significativo di membri del Fomc che si accontenterebbe di “soli” 100. Inoltre il 2023 vedrebbe un ulteriore aumento di 25 punti anziché il taglio di quasi 50 prezzato dal mercato prima della riunione del 21 settembre, mentre tagli ai tassi saranno considerati solo nel 2024. Entro fine 2025 il costo del denaro dovrebbe essere circa 40 punti sopra il tasso neutrale, nonostante l’evidente rischio per la crescita di un periodo così prolungato di politica monetaria restrittiva…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.