La misura dell’inflazione preferita dalla Fed è troppo alta

Mentre il PCE nominale sale meno di quanto previsto, rimane alto l'indicatore preferito dai decisori della Fed, facendo intravedere ulteriori rialzi dei tassi.

La misura dell’inflazione preferita dalla Fed è troppo alta
2' di lettura

L’ETF SPDR S&P 500 Trust SPY (NYSE:SPY) veniva scambiato in leggero rialzo venerdì mattina dopo che il Bureau of Economic Analysis ha registrato un aumento del 6,2% dell’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) nel mese di agosto, rimanendo vicino ai livelli più alti dagli anni ’80.

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Cosa è successo

Il PCE nominale è aumentato del 6,2% ad agosto. Questo è in calo rispetto al 6,3% di luglio e al massimo del 6,8% a giugno 2022.

La lettura del PCE di agosto è risultata inferiore alle stime degli economisti del 6,6%.

Il PCE core esclude la volatilità dei prezzi alimentari e dell’energia, ed è per questo l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve; a luglio è cresciuto del 4,9%, al di sopra delle stime degli economisti (+4,6%).

L’ultima lettura dell’IPC sull’inflazione arriva dopo che la Federal Reserve ha deciso il terzo aumento consecutivo del tasso di interesse dello 0,75% all’inizio di questo mese.

La volatilità del mercato obbligazionario è aumentata a partire da venerdì scorso, quando il nuovo primo ministro del Regno Unito Liz Truss ha annunciato un audace programma di stimoli che include tagli fiscali e incentivi agli investimenti.

Il rendimento dell’US Treasury a 10 anni

Mercoledì anche i titoli del Tesoro US decennali hanno raggiunto un breve picco del 4% prima di scendere nuovamente al 3,73% venerdì mattina. Anche questa settimana l’S&P 500 ha toccato nuovi minimi del 2022 sulla base dei timori che l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse inneschino una recessione dell’economia statunitense.

All’inizio di questo mese, il Dipartimento del Lavoro ha riferito che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dell’8,3% ad agosto, rispetto al picco del 2022 del 9,1% a giugno. Il Dipartimento del Lavoro ha anche riferito che i salari statunitensi sono cresciuti solo del 5,2% su base annua ad agosto.

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